Il 2022 è stato un anno particolarmente complesso per quanto riguarda il settore finanziario e dei mutui in modo particolare. Infatti, è finita l’epoca dei tassi sui mutui ai minimi termini. Di fatto, si è tornati a una fase in cui il tasso fisso non rappresenta più l’elemento fondante di tutti coloro che hanno intenzione di sottoscrivere un nuovo contratto di mutuo per potersi permettere l’acquisto di una casa.
È chiaro che ci sono state delle variabili impronosticabili che si sono palesate. Ad esempio, lo scoppio della guerra in Ucraina, ma anche il fatto che l’inflazione continua a crescere. Ebbene, questi due fattori, combinati insieme, hanno spinto la Banca Centrale Europa verso una decisione impopolare, ovvero quello di puntare su una politica monetaria decisamente restrittiva.
D’altro canto, in modo particolare per i più giovani, il 2022 ha portato in dote anche tante soluzioni innovative per poter sottoscrivere un mutuo per l’acquisto di un’abitazione.
Il nuovo esecutivo guidato dalla Premier Meloni ha portato in dote un maxi emendamento alla manovra che tiene conto dell’andamento verso l’alto dei tassi di interesse, dietro le spinte della Bce e, di conseguenza, va anche incontro a tutti coloro che hanno manifestato in più di un’occasione di lasciare il tasso variabile e passare al tasso fisso.
L’incremento che ha ad oggetto i tassi di interesse stabiliti dalla Bce ha avuto delle coneseguenze inevitabilmente negative sui tassi relativi ai mutui casa. In base a quanto è stato riportato da parte del Monthly Outlook di Abi, nel corso del mese di novembre del 2022, i tassi sui mutui hanno raggiunto e oltrepassato la soglia del 3%, mediamente. Proprio per questo motivo, è arrivato puntuale anche il grido di allarme lanciato da Codacons, in merito alle grandi difficoltà che in questo periodo gli italiani hanno nel tener fede ai propri impegni debitori.
Si tratta di un dato che ha ricevuto più volte conferma anche da parte di Banca d’Italia. Secondo quest’ultima, infatti i tassi di interesse che riguardano i prestiti che sono stati oggetto di erogazione nello stesso mese a tante famiglie per poter comprare una casa, includenti anche tutte le varie spese di carattere accessorio, si sono aggirati intorno al 3,23%.
Nel corso del 2023, inoltre, i prestiti ipotecari dovrebbero far registrare un ribasso pari allo 0.3%. discorso diverso, invece, per il credito al consumo, che dovrebbe fare un ulteriore passo indietro dell’1,5%. Nel 2024, però, tale quota potrebbe anche stabilizzarsi, certamente anche in base a quello che sarà l’andamento dell’inflazione.