Le tasse più odiate dagli italiani, il report CGIA

di Gianfilippo Verbani Commenta

La CGIA di Mestre ha classificato le tasse che pagano gli italiani definendo quelle top per alcuni aspetti specifici. Ecco la classifica e naturalmente il commento del coordinatore del Centro Studi.


La CGIA di Mestre ha classificato le tasse che pagano gli italiani definendo quelle top per alcuni aspetti specifici. Ecco la classifica e naturalmente il commento del coordinatore del Centro Studi. 

La classifica

Tra le 100 tasse degli italiani, secondo la CGIA quali sono le curiosità più importanti ?

1. quella più elevata: L’Irpef;

2. quella che paghiamo tutti i giorni: L’Iva;

3. la più pagata dalle società: L’Ires;

4. la più odiata dalle imprese: L’Irap;

5. la più singolare: quella applicata dalle regioni sulle emissioni sonore degli aeromobili;

6. la più lunga (come dicitura): imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato;

7. la più corta (acronimi esclusi): bollo auto;

8. l’ultima grande imposta introdotta: LA Tasi;

9. la più odiata dalle famiglie (fino al 2015): l’Imu/Tasi;

10. le più stravaganti: le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici), quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione (tasse su accantonamenti obbligatori delle assicurazioni). Latassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana (sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili).

“Nel 2015 – sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi CGIA – ciascun italiano pagherà mediamente 8 mila euro di imposte e tasse, importo che sale a quasi 12 mila euro considerando anche i contributi previdenziali. E la serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di 76 punti percentuali, molto di più rispetto all’inflazione che, invece, è salita del 47 per cento. Si tratta di un podio ancora più negativo se si considera l’altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo. Il percorso assunto dal Governo e volto alla riduzione della pressione tributaria – conclude Zabeo – è necessario e apprezzabile ma dovrà procedere in parallelo con il miglioramento del livello dei servizi e della loro qualità. In altre parole meno tasse e più servizi: solo così il paese potrà agganciare la ripresa e crescere su tassi in linea con quelli dell’Area Euro che, secondo le ultime previsioni della Commissione Europea, viaggerà ad un ritmo nettamente superiore a quello dell’Italia”.