Non ancora rassegnati alla prospettiva che il nostro lavoro non abbia una dimensione sociale, oggi vogliamo mettervi in guardia rispetto ai rischi corsi da coloro i quali frequentano assiduamente i social network rivelando dati in qualche modo “sensibili” attraverso questi strumenti, ormai sempre più comuni, utilizzati, frequentati. Anche dai malintenzionati… Già, perché se andare a sbirciare le foto di qualcuno su internet può essere un passatempo voyeur ma pur sempre innocente, dovete sapere che negli Stati Uniti è già accaduto che qualcuno si sia trovato la casa svaligiata dopo aver rivelato, via Facebook e Twitter, “esco a cena con gli amici”. I pericoli si moltiplicano ora che è nato Blippy, l’ennesimo social network dalle potenzialità davvero infinite.
Il funzionamento di Blippy è analogo a quello di Twitter: messaggi brevi, altolà alle applicazioni più futili e stravaganti che invece impazzano su Facebook, uno e uno solo argomento di aggiornamento: le spese effettuate dall’utente registrato attraverso il pagamento elettronico con carta di credito. Non c’è trucco non c’è inganno, almeno finora: è infatti l’utente stesso a comunicare il numero della carta di credito e i dati dei propri account su negozi online come iTunes, Netflix o eBay. Ogni volta che viene effettuata una transazione con la carta “collegata”, o tramite gli account “convenzionati” di cui sopra, la pagina dell’utente viene aggiornata e gli amici avvisati.
A questo punto è sufficiente cliccare sul nome dell’utente per gustarsi la sua lista recente della spesa: supermercato, rifornimento alla pompa di benzina, pay tv, canzoni scaricate e – chiaramente – anche realtà che ispirano l’interesse più pruriginoso come i sexy shop. Come succede in ogni social network che si rispetti, poi, su ogni acquisto scatta la conversazione. Due i rischi: tanto per cominciare, conoscendo le spese degli utenti registrati le aziende potranno fare campagne pubblicitarie “mirate” sulla base di interessi specifici; in secondo luogo, poi, c’è spazio per il phishing, ossia il recupero di dati bancari sensibili attraverso e-mail truffaldine.