Crisi, qualche indizio in più. Tutto possibile grazie alla ricerca sulle piccole imprese riminesi presentata da Unicredit. Visualizziamo: fatto 100 il punto in cui il pessimismo si trasforma in ottimismo, l’indice di fiducia si è attestato a 94, media tra le problematiche dei 12 mesi passati e le prospettive future. «La provincia di Rimini ha sempre fatto dell’innovazione e della qualità del servizio il suo punto di forza – ha detto Stefano Rossetti, direttore commerciale Emilia Est Unicredit – e questi restano i punti basilari anche per il futuro. Buona anche la fiducia sull’occupazione, sul credito bancario e sulla capacità patrimoniale di restare sul mercato». Da questa ricerca esce anche un altro dato: tra le difficoltà, i ritardi nei pagamenti, il calo vendite in Italia e le richieste di rientro dalle linee di fido. Scarsa, ma questo non è un dato nuovo, la fiducia sull’economia del paese. Anche una grande azienda è in difficoltà. Parliamo della Saras. Parliamo dell’olio nero, del petrolio. La crisi è arrivata anche lì. Anche dai Moratti. Quasi 55 milioni di euro di perdita netta nel 2009 a fronte di un utile di 327,2 milioni nell’esercizio 2008. Poi, nessun dividendo per nessuno. Insomma, profondo rosso. Questi i risultati approvati dal consiglio di amministrazione del gruppo di raffinazione della famiglia Moratti. Cifre preoccupanti e un dato che fa riflettere: quest’anno il margine di raffinazione del petrolio (cioè quanto ricava Saras dopo l’acquisto del greggio e la vendita ai distributori) è sceso a 1,8 dollari al barile (-79% rispetto all’anno precedente). «Lo scorso anno – commenta il presidente Saras, Gian Marco Moratti, provando a rassicurare gli azionisti – è stato molto difficile per l’economia mondiale. E il brusco calo della domanda di prodotti petroliferi ha portato a una marcata riduzione dei margini di raffinazione». Così spiegate le cifre negative dell’anno appena concluso. Guai non solo con i conti per Saras. Anche il profilo giudiziario non è tra i più sereni. La Procura della Repubblica di Cagliari ha depositato in cancelleria la consulenza tecnica conclusiva sull’incidente, avvenuto il 26 maggio scorso, in cui morirono tre operai in un’impresa di appalto, la Comesa, collegata al gruppo Moratti. E i rumors dal palazzo di giustizia del capoluogo sardo, riportati dal quotidiano Unione Sarda, porterebbero all’iscrizione nel registro degli indagati anche i vertici milanesi dell’azienda, oltre al capo-cantiere e al caposquadra della società.
Crisi, la ricerca di Unicredit accende i riflettori
di 9 Marzo 2010Commenta