La Legge mette a segno un colpo che potrebbe rivelarsi decisivo ai danni dei truffatori capaci di “fare denaro” attraverso un utilizzo illecito delle carte di credito. La Cassazione ha infatti stabilito che il denaro ricavato dall’uso di codici di carte “carpiti abusivamente” deve essere sequestrato, in special modo nei casi in cui si tratti di somme direttamente agganciate al reato. La sentenza n. 23070/10 della sezione penale II è a suo modo “storica” perché va a colmare una lacuna esistente sostanzialmente fino a ieri. A “riscrivere” la prassi da adottare in materia è stato il caso di un camerunense indagato per truffa, associazione a delinquere e violazione delle norme antiriciclaggio: presso il suo domicilio, al momento dell’arresto, erano stati anche sequestrati 12mila euro in contanti.
Contro il provvedimento, convalidato dal pubblico ministero, l’indagato ha avanzato un’istanza di riesame, che però è stata bocciata dal Tribunale. La motivazione del rigetto? “In effetti – si rileva – la somma sequestrata può certamente qualificarsi come «corpo del reato», costituendo il frutto degli illeciti contestati. Non solo, il sequestro andava disposto anche in considerazione dell’utilità di quei denari per le attività di indagine circa la sussistenza dei reati”. Di parere opposto l’avvocato difensore del nostro truffatore, che ha impugnato la sentenza sostenendo che la provenienza dei 12mila euro sarebbe stata tutta da dimostrare.
La Cassazione ha rigettato il ricorso, precisando: le ordinanze del tribunale del riesame in tema di sequestro sono ricorribili da parte delle persone interessate solo “per violazione di legge”. La quale però, nel caso concreto, non è stata violata. Difatti dal decreto di convalida emerge un “chiaro aggancio” tra le somme di denaro e la condotta incriminata assolutamente contrapposto a quanto lamentato dal ricorrente. Senza contare che è stata seguita correttamente la procedura, dando all’indagato la possibilità di difendersi, e che era stato anche garantito il controllo del giudice circa la sussistenza degli indizi di reato mediante il ricorso al Tribunale del Riesame. Il sequestro apre alla possibilità di rimborsi, almeno parziali, dei danneggiati.