È la globalizzazione, bellezza! Il mondo è ancora uguale a se stesso, non più grande né più piccolo, eppure è come se, attraverso il potenziamento dei mezzi di comunicazione e la creazione di una rete di rapporti umani e commerciali estesa da un capo all’altro del Globo Terracqueo, le distanze si siano ridotte, fino quasi a neutralizzarsi. Non ne siete del tutto convinti? Andate a dire che questa affermazione non è vera a quelli che, carta di credito alla mano in America, si sono visti scalare il credito su questa caricato in conseguenza di supposte spese che avrebbero fatto in Gran Bretagna ed in Italia, pur non essendoci neppure mai stati.
C’è chi avrebbe tanto desiderato farsi ritrarre davanti al Colosseo, meglio se abbracciato da due finti centurioni romani; c’è quello che ha sognato di farsi cullare dalle onde del mare di Venezia durante una romantica crociera a bordo della caratteristica gondola; c’è chi ha pianificato un tour “a tutto sport” tra l’erba di Wimbledon ed il prato del pallonaro Wembley… Questi tre, così come molti altri, hanno solo desiderato di vedere l’Italia, oppure Londra, e le loro bellezze. Qualcuno, al posto loro, lo ha fatto utilizzando i loro soldi, attraverso la pratica ormai nota della clonazione della carta di credito.
Codici rubati negli Stati Uniti e poi usati in tutto il mondo, soprattutto nel nostro Paese ed Oltremanica: è questa la sostanza della truffa sgominata dalla polizia di Torino, la quale ha messo sotto inchiesta 72 persone finendo per accertare la colpevolezza di 28 di loro, che sono state infine arrestate. La “rete” non funzionava solo grazie all’intraprendenza di alcuni personaggi che non si facevano problemi a spendere denaro mai guadagnato, bensì si avvaleva anche della collaborazione di commercianti compiacenti. Con la polizia di Torino ha collaborato il Secret Service americano nell’ambito di un’operazione denominata ”Lagos” per via della presenza di molti nigeriani tra i truffatori.
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