Esami… un po’ fuori stagione. Per questo averli superati ha un valore ancora maggiore. Già, perché se nella vita anche il più discolo degli studenti sa bene di doversi “mettere sotto” in vista degli appuntamenti importanti, come le tre prove della maturità, è riuscire a fare bella figura quando capita un’interrogazione all’improvviso che distingue un alunno modello da un altro normale o addirittura del tutto disinteressato. Le banche italiane, istituti che magari non tutti i risparmiatori credevano poter dimostrare tanta solidità, hanno superato l’esame dello stress test con ottimi voti, tanto da essersi meritate il plauso delle istituzioni sia nazionali che continentali.
Alla prova d’appello erano iscritte 5 banche del nostro Paese: Unicredit, Intesa-Sanpaolo, Mps, Ubi Banca e Banco Popolare. Tutte e cinque, hanno comunicato un dato di Tier 1 superiore al target ratio del 6%, evidenziando una tenuta che va da sufficiente a più che sufficiente del requisito patrimoniale nel caso in cui dovesse verificarsi uno scenario economico avverso, per fortuna in questo caso solo simulato. Il risultato migliore è stato quello di Intesa, che nello scenario peggiore manterrebbe un Tier 1 dell’8,2%, seguita da Unicredit con il 7,8 e Banco Popolare (voto 7… per cento). Non altrettanto brillanti Ubi Banca, che comunque strappa una sufficienza piena (6,8%), e Monte dei Paschi, fanalino di coda con un valore del 6,2.
Nell’ambito dell’Unione europea, sono 91 le banche che hanno dovuto sottoporsi allo stress test: delle cinque italiane abbiamo già detto, mentre quello che non abbiamo detto è che ci sono sette istituti che non hanno superato l’esame e dovranno ora procedere ad una ricapitalizzazione d’urgenza se non vorranno essere messe al bando. La più importante è la tedesca Hypo real estate, specializzata nel credito immobiliare. Ci sono poi cinque Casse di risparmio spagnole, che sono state pesantemente coinvolte nel fenomeno della bolla immobiliare iberica, e una banca greca, la Ate.
Commenti (2)
I commenti sono disabilitati.