Più o meno tutti conoscono la notizia in sé, dal momento che è stata oggetto di polemiche e si è meritata alcuni titoli sui giornali nonostante, quel giorno, l’attenzione fosse cannibalizzata dal discorso del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla Camera alla disperata ricerca della fiducia necessaria per proseguire l’azione di Governo. Sicuramente sono meno quelli che hanno approfondito l’argomento nel dettaglio, visto che al dettaglio sono stati pochi a dedicare spazio, perciò approfittiamo dell’apparente calma di stamattina per rilanciare i punti salienti del discorso al Senato di Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust.
Catricalà non si è limitato, come vogliono far credere i titoli dei giornali, a sentenziare che i prezzi delle polizze RC auto troppo alti, bensì ha accusato le compagnie di seguire logiche “di cartello” per mantenere elevate le tariffe nonostante gli interventi di liberalizzazione richiesti dalla Legge: “Nonostante l’inizio della liberalizzazione sia stato decretato, in attuazione del diritto comunitario, fin dal 1994, non si è attivato un efficace processo concorrenziale e conseguentemente non si è avuto un riflesso positivo sul contenimento dei prezzi”. Catricalà non ha limitato la propria analisi al lamento, bensì ha provato a focalizzare le difficoltà usate come alibi dalle assicurazioni: “Le ragioni di questo stato di cose sono da ricondurre al tipo di servizi in questione che, data la loro particolare complessità, si prestano ad essere valutati dal consumatore non direttamente, ma attingendo ai suggerimenti di determinati intermediari cui si riconosce una particolare fiducia”.
Fiducia mal riposta, evidentemente, se si pensa che “Il 71% delle compagnie assicurative, considerate nell’Indagine svolta dall’Autorità sul tema della corporate governance di banche e assicurazioni, presentava legami costituiti da amministratori comuni con i propri concorrenti; tali imprese rappresentavano l’87% dell’attivo totale del settore. Il complesso di questi fattori, caratteristici dei mercati assicurativi in genere, condiziona necessariamente lo sviluppo di un’efficace competizione anche nel settore della responsabilità civile auto”. Anche il fatto che esista una Legge almeno teoricamente favorevole al consumatore è stato raggirato; Catricalà rincara: “Il risarcimento diretto avrebbe dovuto avere concrete ripercussioni benefiche sul livello dei prezzi, tuttavia nel nostro Paese, all’indomani dell’entrata in vigore del nuovo sistema si sono registrati fenomeni di sensibile incremento dei premi specie per determinate categorie di utenti e di veicoli”.
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