Consumatori insoddisfatti, gruppi assicurativi… pure: il comparto della RC Auto in Italia non gode certo di ottima salute, pur essendo uno dei pochi capaci di mettere in moto una vera e propria valanga di Euro. Eppure, dicevamo, non sono soddisfatti i clienti, i quali lamentano di perdere intere mensilità di stipendio (almeno una, possiamo confermare) per pagare il premio annuale di rinnovo e citano i casi di Francia, Germania, Inghilterra e Spagna, dove la polizza costerebbe la metà (ora che esiste l’Euro, i paragoni sono divenuti decisamente meno complessi); ma non sono soddisfatte neppure le compagnie che si dedicano alla tutela della RC Auto, se è vero – come è vero – che alcune hanno scelto la strada dell’abbandono di alcune aree “a rischio” dopo aver realizzato di mietere perdite, anziché guadagni, a causa di fenomeni criminosi intentati dai proprietari dei veicoli.
Tutto questo perché le frodi, essenzialmente quelle perpetrate dagli automobilisti (magari con il supporto di carrozzieri accondiscendenti e periti disposti a chiudere un occhio pur di spartirsi la torta), sono in aumento, ma anche le speculazioni sugli indennizzi non accennano a diminuire. Per non parlare delle riforme del settore, sempre ferme su un binario morto in Parlamento, o delle norme per il risarcimento diretto, studiate per contenere i costi (e quindi i premi richiesti agli assicurati) e puntualmente aggirate. Tutto questo ha portato le compagnie a ridurre le garanzie, lasciando insoddisfatti quegli automobilisti più virtuosi e ciononostante costretti a pagare per tutti, come è costume nel nostro Paese.
Di tutto questo si è parlato mercoledì scorso nel corso (scusate il bisticcio di parole) dell’incontro tra le associazioni dei consumatori e l’Isvap, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, messo in agenda con lo scopo di discutere le proposte da portare al tavolo del Governo e di sollecitare l’Ania, l’associazione di categoria delle compagnie, a un comportamento “più responsabile”. Tra le proposte che Isvap si è impegnata a presentare al Governo, da segnalare una rimodulazione del calcolo del bonus-malus, maggiore vigilanza rispetto alla pratica del risarcimento diretto, idee per limitare il fenomeno della compravendita dei sinistri. Secondo Ania, intervenendo su questi fattori di criticità le polizze potrebbero arrivare a costare il 38% in meno.
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