Sicurezza su internet, un tasto dolente. Un po’ perché, parallelamente a quanto avviene per doping e antidoping (il primo è sempre un passo avanti rispetto al secondo), le frodi sono spesso ad un livello più elaborato e raffinato rispetto ai sistemi di controllo e prevenzione delle stesse; un -altro- po’ perché i risparmiatori, diciamolo, ci mettono del loro, specialmente in questi anni di boom dei social network: quante volte si comunicano al mondo i propri interessi, le proprie spese, persino il nome del circuito di pagamento cui si fa riferimento? Si lasciano, così, degli indizi sulla strada di chi va cercando di derubarvi denaro senza che neanche ve ne accorgiate. E dire che basterebbe essere più riservati e prudenti…
Le banche del Consorzio PattiChiari hanno deciso di fare la loro parte: si sono dotate, tutte, di un dispositivo di riconoscimento “suppletivo” da fornire alla clientela che ha chiesto l’autorizzazione di operare via internet. Dunque l’internet banking passa attraverso la stipula di un contratto, e se non lo avete è doppiamente sbagliato rispondere a mail o SMS di richiesta di codici di sicurezza. Altre cautele semplici ma efficaci sono: scrivere nel browser l’indirizzo del sito della banca cui volete accedere, non “planarci” arrivando da un link che vi è giunto nella posta elettronica (generalmente, questa è frode); attivare servizi di sicurezza come la notifica di accesso al conto via e-mail o SMS;
ricordare l’interfaccia di accesso all’internet banking, nel senso che se ne doveste vedere una differente le opzioni possibili sarebbero solo due: la banca ha trasformato il sito (difficile, e comunque sarebbe comunicato) oppure il sito cui state facendo riferimento non è quello della banca ma quello di un truffatore; verificare l’attendibilità del sito cui si accede cliccando sul lucchetto presente nel browser di navigazione. Inoltre, anche la dotazione di un buon antivirus e di un ottimo antispyware (da aggiornare continuamente) sono cautele che possono salvare parecchio denaro.