Darwin l’avrebbe chiamata “Evoluzione della specie”: in principio fu il baratto, uno scambio (generalmente in natura) incentrato sul surplus di un bene e la contemporanea assenza di un altro; poi fu la volta della carta moneta, livello d’astrazione ben più alto: ogni oggetto ha un valore, se vuoi acquistarlo devi pagare tanti soldi quanti ne vale; oggi, il Mondo sta assistendo alla terza “evoluzione” nel pagamento: l’effettuazione attraverso carta di credito. In molti Paesi “avanzati”, ormai la metamorfosi è avvenuta: “Carta o contante?” è una domanda che nessuno si pone più, dato che la risposta è scontata. Ma anche in Italia, terra tradizionalmente legata alla carta moneta, si sta verificando un’inversione di rotta analoga a quella che ha investito (e minato) i sistemi statunitense e britannico: sempre più carte (di credito), sempre meno carta (moneta) circolante.
Il perché è presto detto: minori costi di “gestione” (forse non ci si pensa, ma i furgoni portavalori hanno un costo decisamente rilevante, si parla di circa 10 miliardi di €uro l’anno), maggiore maneggevolezza e – soprattutto, trattandosi di soldi – sicurezza nell’utilizzo. Sono questi i due capisaldi del “boom” nella diffusione delle carte di credito, un trend evidenziato anche da alcuni studi dedicati. I numeri: i possessori di carte di pagamento in Italia, ad oggi, sono 23 milioni, ma le carte sono molte di più (67 milioni: 30 a testa tra carte di credito e di debito, 3 di prepagate); l’uso che se ne fa, sempre secondo gli studi (fonte Osservatorio Assofin-Crif-Eurisko), è ancora relativamente limitato, visto che il 64% dei possessori se ne serve – molto – meno di 50 volte in un anno.
Ma i giovani soprattutto stanno adoperandosi per invertire la tendenza, con il beneplacito dei loro genitori: papà accredita su carta, preferibilmente prepagata, la famosa “paghetta”; il figlio ne dispone come meglio crede, ferma restando l’impossibilità di eccedere il plafond. Anche qui, i numeri ci vengono in soccorso: le carte ricaricabili sono aumentate nel 2007 del 31%, mentre la spesa con esse effettuata ha avuto una crescita addirittura del 47%. E ben il 64% dei ragazzi sotto i 24 anni di età ne posseggono una. Ecco una cosa che nella Storia non cambierà mai: le rivoluzioni, dalle meno significative alle più importanti, passano sempre attraverso i giovani.
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