Ad un anno dall’istituzione, in Italia, dell’ABF, ovverosia dell’Arbitro Bancario Finanziario, sono stati presentati un totale di circa 3.100 ricorsi che hanno portato all’adozione di oltre 1.500 decisioni. A comunicarlo con un Rapporto è stata la Banca D’Italia nel sottolineare come in ben sei casi su dieci il ricorso presentato sia poi sfociato in un esito favorevole per il cliente. L’ABF, Arbitro Bancario Finanziario, lo ricordiamo, permette di dirimere le controversie tra le banche o il sistema finanziario, ed il cliente in maniera stragiudiziale, quindi al di fuori delle aule dei Tribunali, a fronte dell’imparzialità e della piena autonomia che l’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) stesso è in grado di offrire e di garantire alle parti. Un 10% dei ricorsi presentati, sempre in accordo con quanto rende noto la Banca d’Italia, ha portato al “non giudizio” in quanto richieste non giudicabili nel merito, mentre al 30% dei ricorsi complessivi si è attestato il tasso di pronunce di rigetto.
Le controversie più comuni hanno riguardato in prevalenza, nell’ambito del rapporto tra banca e cliente, le operazioni sui conti correnti, le procedure di portabilità dei finanziamenti, le modifiche unilaterali ai contratti, ma anche le frodi in materia di conti online e carte di pagamento, e le segnalazioni negli archivi dei sistemi di informazione a livello creditizio.
La Banca D’Italia, in merito alle decisioni prese dall’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) ad un anno dall’inizio dell’attività, ha provveduto a pubblicarle e, quindi, a renderle disponibili sul Web. Questo affinché venga garantita non solo la trasparenza informativa, ma anche diffondere la conoscenza, in merito agli orientamenti presi, tra i clienti così come tra gli intermediari. La Banca D’Italia, infine, ha sottolineato come con l’entrata in vigore della mediazione civile obbligatoria nel nostro Paese ci sia ora un’ulteriore opportunità per trovare un accordo che sia di reciproca soddisfazione quando vengono a generarsi delle controversie.
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