Tornano a salire i tassi sui titoli di stato italiani, dopo che l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha deciso di abbassare il giudizio sul merito di credito dell’Italia portandolo appena due livelli sopra il giudizio “junk”, ovvero “spazzatura” (o non investment grade). Ieri l’asta dei BoT annuali ha confermato il trend di crescita sulla curva dei rendimenti italiani. I tassi sui BoT a 12 mesi salgono così sopra la soglia psicologica dell’1%, toccando 1,078%. Nell’asta di giugno scorso i tassi sui BoT annuali erano pari allo 0,962%.
Resta sostenuta, però, la domanda degli investitori. Il rapporto di copertura tra i titoli richiesti e il quantitativo offerto dal Tesoro è aumentato a 1,56 da 1,49. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è comunque riuscito a piazzare 7 miliardi di euro di titoli di stato con scadenza a 12 mesi, registrando il sold-out se si considera anche il collocamento di 22,5 miliardi di euro di BoT flessibili con scadenza a 160 giorni.
Per questi titoli i tassi lordi sono stati fissati mediamente allo 0,599%, con un bid-to-cover ratio di 1,81. Ogggi ci sarà anche l’importante asta dei BTp a 3 e 30 anni, che sarà un ulteriore banco di prova per il Tesoro dopo che il rating Italia tagliato da S&P a BBB dalla precedente valutazione di BBB+. Secondo gli analisti finanziari di IG, la decisione di Standard & Poor’s di tagliare il rating di lungo termine sul debito sovrano italiano non ha avuto un impatto particolarmente significativo sull’asta dei BoT né sul mercato obbligazionario europeo.
Nelle ultime settimane i tassi sui titoli di stato italiani, sia a breve che a medio-lungo termine, sono saliti un po’ in altalena complice le turbolenze sui tassi americani, in scia alle aspettative di riduzione del piano di stimoli monetari (il cosiddetto “tapering”, ndr) da parte della Federal Reserve. Gli esperti del mercato del reddito fisso stimano che queste tensioni sui tassi dei bond pubblici possano ulteriormente placarsi nelle prossime settimane.