Lo spread dei mutui inizia – finalmente – a intraprendere una pur timida fase decrescente. Ad affermarlo è una recente statistica compiuta sul panorama italiano, secondo cui i tassi di interesse dei mutui a tasso fisso sarebbero stati condotti in leggera contrazione. In forte calo, invece, i prezzi degli immobili e il volume delle compravendite rilevante nel corso delle ultime settimane.
Insomma, in altri termini in Italia stanno gradualmente migliorando le condizioni dell’offerta di prestiti per l’acquisto di immobili, ma il contesto immobiliare è pur sempre estremamente debole, e non certo in grado di garantire l’atteso rimbalzo (vedi anche il nostro approfondimento su come ottenere un mutuo 2013).
Stando a quanto precisavano alcune ricerche delle ultime ore, la domanda dei mutui nel corso del primo semestre 2013 sarebbe stata rilevata in decisa contrazione, con una flessione del 10 per cento delle richieste rispetto al primo semestre dello scorso anno. In crescita le richieste proporzionali per i tassi fissi, che passano da una quota del 12 per cento all’attuale quota del 18 per cento. Buono anche l’andamento dei tassi misti, che passano dal 2 all’8 per cento del totale. Ne consegue che è in calo la quota di mutui a tasso di interesse variabile, probabilmente in vista di accresciuta aleatorietà sul breve e medio termine.
Oltre a ciò, le ricerche evidenziano altresì una diminuzione dell’importo medio erogato, che nel periodo ora in esame scende dai 120 mila euro della prima parte del 2012 ai 115.712 euro del 2013. Per quanto attiene infine la durata, le banche sembrano disincentivare i lunghissimi termini: i mutui oltre i trent’anni sono così calati dal 40 al 30 per cento del totale.
Sul fronte degli spread, si preannuncia una lettera ripresa della competitività dell’offerta a tasso fisso, con un taglio di 25 basis points da gennaio a luglio 2013, con gli spread migliori oramai in linea con quelli dei tassi variabili, al 2,75 per cento.