L’ISC di un conto corrente è il suo indicatore sintetico di costo, ovvero un indicatore che riassume il costo indicativo annuo di un conto corrente in un un’unica cifra. Considerato che i conti correnti possono essere molto differenti gli uni dagli altri, l’ISC di un conto andrebbe paragonato con l’ISC di altri conti appartenenti alla stessa categoria di appartenenza.
In proposito, per comodità di confronto, la Banca d’Italia ha individuato da tempo 7 modi standard di utilizzare il conto corrente. Si tratta di 7 profili tipo di utilizzo differenti tra di loro a seconda dei comportamenti e delle preferenze che sono espresse dal consumatore: si pensi al numero di operazioni effettuate nell’arco di un anno, alla richiesta di particolari servizi da collegare al conto, al canale operativo preferito, e così via.
Dei 7 profili di utilizzo, 6 fanno riferimento ai c.d. “conti correnti a pacchetto“, ovvero dei conti correnti che a fronte di un canone fisso o un forfait periodico, offrono agevolazioni e sconti sui principali servizi (tra cui i conti correnti giovani, a zero spese); il rimanente profilo fa invece riferimento al conto corrente al consumo, ovvero il conto il cui costo è direttamente collegato al numero di operazioni effettuate.
Ma dove si trova l’ISC?
Una volta individuata la propria categoria di utilizzo di appartenenza, è sufficiente confrontare gli ISC per individuare il conto più conveniente. In proposito, ricordiamo come tale indicatore si trovi nel riquadro “Quanto può costare il conto corrente” all’interno del Foglio informativo di trasparenza del conto, richiedibile in qualsiasi momento (o online) alla propria banca. È inoltre indicato nel Documento di sintesi periodico che viene consegnato almeno una volta all’anno insieme all’estratto conto. Ricordiamo infine che se un conto corrente viene destinato unicamente a uno o più profili tipo di utilizzo, la banca potrebbe attribuire la dicitura “Non adatto” per i rimanenti profili tipo.