Accendere un mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale, per i lavoratori autonomi italiani, sta diventando un’impresa sempre più difficile. L’offerta, infatti, in questo periodo, è decisamente contratta, per non parlare poi degli effetti della crisi di liquidità di cui risentono gli istituti di credito, sempre più restii nel concedere finanziamenti ipotecari.
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Ma una recente indagine compiuta dagli osservatori di Mutui.it e di Facile.it ha rilevato che le speranze di accedere ad un finanziamento ipotecario per i titolari di partita IVA sono ancora più ridotte, perché l’offerta per questa particolare categoria di lavoratori è decisamente inferiore rispetto a quella per altre categorie.
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Solo il 5,6% dei mutui italiani, infatti, è rivolto ai lavoratori autonomi. L’indagine in questione riporta dati abbastanza recenti. Gli osservatori hanno infatti preso in considerazione un campione di 6 mila richieste di mutuo pervenute tra il mese di gennaio 2013 e quello di agosto 2013, rilevando come solo una piccola parte di queste, cioè il 5,3%, sono state alla fine accolte a favore di lavoratori autonomi.
Quello che non bisogna dimenticare, poi, è che, anche quando il finanziamento ipotecario viene concesso, se rivolto a lavoratori autonomi, assume in genere caratteristiche diverse che negli altri casi.
L’importo concesso nei mutui andati a buon fine, ad esempio, non raggiunge mai l’80% del valore totale dell’immobile, come previsto, ma si ferma in genere al 40% e il gli importi erogati sono sempre piuttosto ridotti.
L’importo medio concesso, inoltre, ammonta a 123 mila euro e il mutuo ha di norma una durata ventennale. L’età media dei firmatari, infine, si aggira intorno ai 44 anni.