Mutuo chirografario: la garanzia sta solo nella firma!

di Gianfilippo Verbani 1


 A volte basta la posizione reddituale di un’impresa o di un privato per poter andare in banca ed ottenere un prestito, senza alcuna garanzia e senza mettere in pegno beni immobili e/o valori mobiliari. Di questi tempi, dopo la crisi dei mutui subprime, consistenti proprio nella concessione di finanziamenti immobiliari a famiglie che non potevano permettersi di rimborsare il prestito, ottenere un prestito senza garanzie personali e/o reali è diventato quasi impossibile. Pur tuttavia, le banche sono nate e fanno affari prestando soldi, ragion per cui in futuro dovranno necessariamente allargare di nuovo i cordoni del credito concedendo mutui chirografari, ovverosia proprio mutui per la concessione di credito senza che il mutuatario fornisca delle garanzie reali. A conti fatti, quindi, la banca concede il mutuo semplicemente dopo un’analisi del merito creditizio del mutuatario, dopodiché l’istituto decide se concedere o meno il credito; il mutuo chirografario è una formula di finanziamento utilizzata e richiesta dalle piccole e medie imprese, le quali presentano di solito alla banca un business plan in grado di mettere in evidenza come l’azienda sia in grado non solo di generare utili, ma anche di utilizzare il credito concesso per effettuare investimenti, per allargare le proprie quote di mercato, e per incrementare i livelli occupazionali.

Con la crisi mondiale del credito, nel nostro Paese sono state proprio le piccole e medie imprese ad essere penalizzate dalla mancata concessione del credito; e quando è stato concesso le banche si sono spesso “tutelate” proponendo tassi di interesse molto elevati. Il mutuo chirografario concesso ai privati, invece, coincide in sostanza con il prestito personale, ovverosia quel mutuo con finalità definita (acquisto garage, ristrutturazione immobili, acquisto auto, spese per matrimonio ecc.), concesso solamente in base ad un’analisi delle capacità reddituali (busta paga, modello unico o cedolino della pensione).

Essendo quello chirografario un prestito ad alto rischio per le banche rispetto ad un mutuo ipotecario, o un prestito coperto da garanzie reali, gli importi concessi di norma non vanno oltre qualche decina di migliaia di euro; il piano di rimborso è poi molto breve, in media non superiore ai cinque anni, visto che concedendo un credito con un rimborso, ad esempio, a dieci anni, le banche si assumerebbero un rischio troppo elevato: nell’arco di una decina di anni, infatti, la posizione reddituale del mutuatario non diventerebbe più stimabile, prevedibile e certa; con la conseguenza che per le banche il rischio di insolvenza del mutuatario schizzerebbe verso l’alto!


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