In alcuni post pubblicati in precedenza su questo stesso sito abbiamo parlato degli archivi e dei database informatici di cui si servono le banche, gli istituto di credito e tutti gli intermediari finanziari in genere, per verificare l’affidabilità creditizia e l’eventuale posizione di insolvenza maturate dai clienti che richiedono loro operazioni di credito, come prestiti e finanziamenti.
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Oltre ad archivi e sistemi di controllo che abbiamo definito sotto il nome di Centrale dei Rischi, ci sono però anche altri strumenti di consultazione di cui si servono le banche per analizzare la storia personale dei propri clienti. Uno di questi è, ad esempio, la centrale di allarme interbancaria, costituita da un archivio informatizzato istituito presso la Banca d’Italia, per assicurare il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti.
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Che cos’è la centrale di allarme interbancaria
All’interno della centrale di allarme interbancaria vengono infatti iscritti i nomi dei soggetti che
- hanno emerso assegni bancari o postali senza essere autorizzati
- hanno emerso assegni bancari o postali senza avere i fondi necessari per sostenere il pagamento
- non dispongono più dell’autorizzazione all’utilizzo delle carte di credito e di debito perché revocata a causa del mancato pagamento delle somme relative alle operazioni effettuate.
In caso di iscrizione nel database, il cliente viene soggetto ad una revoca di sistema, ovvero al divieto di emettere assegni o stipulare altre convenzioni perfino con altre banche e istituì di credito e poste per un periodo di sei mesi.
Nel caso in cui l’ iscrizione nella Centrale di Allarme interbancaria sia stata dovuta alle carte di credito, il cliente viene soggetto alla revoca dell’cutilizzo delle carte di credito e di debito per due anni, anche se rimane possibile la sottoscrizione di altri tipi di carte.
