Una carta revolving si usa in definitiva come una normale carta di credito, e come tale deve essere considerata anche dal punto di vista del contratto. Ecco cosa esaminare prima della scelta.
Una carta revolving è una carta di credito che offre ai titolari gli stessi servizi di una carta a saldo, ma ha anche la caratteristica di concedere al tempo stesso un fido, un prestito da poter spendere in aggiunta al saldo disponibile sul conto corrente e da ripagare attraverso l’addebito di rate mensili.
> Come funziona una carta revolving
Una carta revolving si usa quindi in definitiva come una normale carta di credito, e come tale deve essere considerata anche dal punto di vista del contratto. Il contratto di concessione di una carta revolving deve infatti sempre contenere indicazioni su alcuni elementi essenziali, per alcuni versi simili a quelle di un prestito.
> Come scegliere la carta revolving
Cosa esaminare nel contratto di una carta revolving
La normativa vigente stabilisce infatti che il contratto per la concessione di una carta revolving debba contenere sempre le seguenti indicazioni:
- il tasso di interesse applicato
- ogni prezzo e condizione applicata
- gli eventuali maggiori oneri previsti in caso di mora
- l’ammontare dell’importo finanziato
- le modalità di erogazione del finanziamento
- il tasso annuo effettivo globale praticato – TAEG
- il dettaglio delle condizioni analitiche che possono modificare il TAEG, il Tasso Annuo Effettivo Globale.
- tutti gli importi e gli altri oneri che sono stati esclusi dal calcolo del TAEG o una loro spesa realistica
- le coperture assicurative richieste e stipulate, comprensive del dettaglio degli oneri e dei costi.
È infine opportuno tenere a mente che sia per i prestiti finalizzati che per quelli non finalizzati, come quelli concessi attraverso una carta revolving, nessuna somma può essere richiesta o addebitata al cliente se non espressamente indicata all’interno delle condizioni contrattuali.