Lindagine era stata aperta dal Dipartimento di Giustizia e ora l' istituto di credito dovrà pagare 2,6 miliardi di dollari per chiudere la questione, 1,7 miliardi dei quali finiscono allo stesso Dipartimento di Giustizia americano.
Dopo tre anni di vertenza, arriva alla fine a compimento la spinosa vicenda che ha interessato una delle più grandi banche svizzere, il Credit Suisse, che ha riconosciuto la propria implicazione nel reato di evasione fiscale.
Il grande gruppo bancario, infatti, è accusato in America di aver aiutato alcuni grandi clienti ad evadere morsa del fisco, diventando la prima banca ad avere ammesso un reato negli Stati Uniti in circa venti anni. L’ indagine era stata aperta dal Dipartimento di Giustizia e ora l’ istituto di credito dovrà pagare 2,6 miliardi di dollari per chiudere la questione, 1,7 miliardi dei quali finiscono nello stesso Dipartimento di Giustizia americano.
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Circa 100 milioni andranno invece alla Fed e 715 milioni andranno invece al Dipartimento servizi finanziari di New York grazie a questo nuovo patteggiamento. Anche se molti, cioè centinaia di dipendenti e manager dell’ istituto hanno aiutato i clienti più facoltosi ad evadere il fisco, l’ annuncio della prossima chiusura delle vertenza ha avuto comunque esiti positivi sul titolo in borsa.
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In America c’è quindi grande soddisfazione per l’ esito della vicenda, la quale ga dimostrato che anche una grande banca non può considerarsi al di sopra della legge. Il caso della grande banca svizzera destato ancora più scalpore per il fatto che al tempo dei grandi fallimenti della crisi economica molti istituti di credito sono stati considerati troppo grandi per essere perseguiti. Ma ora il caro del Credit Stirpe sembra forse aver dato inizio ad una tendenza di segno opposto.