L'Argentina dovrebbe pagare 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund americani che non hanno accettato il concambio sul debito e la Corte Suprema di New York ha emesso una sentenza per obbligarla a pagare. Ancora in corso le trattative.
Continua tra America del sud e America del nord la vicenda oramai famosa dei cosiddetti tango bond, le obbligazioni emesse dall’Argentina per ristrutturare il suo debito negli anni successivi al default del 2001. Questi bond, infatti, sono oramai scaduti e il paese è chiamato ad onorare il suo debito. Ma la vicenda non è di facile soluzione. L’Argentina, infatti, dovrebbe pagare 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund americani che al tempo non hanno accettato il concambio sul debito e la Corte Suprema di New York ha emesso una sentenza per obbligarla a pagare.
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L’intenzione dell’Argentina era però quella di pagare solo gli obbligazionisti che hanno accettato lo swap sul debito ristrutturato e non i possessori di fondi, definiti fondi – avvoltoio, puntando ad una trattativa con questi ultimi e al solo pagamento dei possessori dei bond che hanno accettato il concambio – 800 milioni di dollari entro il prossimo 31 luglio. Se non si arrivasse ad un accordo l’Argentina rischierebbe un nuovo default dopo 13 anni.
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Ma il giudice americano Griesa ha bloccato qualsiasi forma di pagamento da parte dell’Argentina fino a quando non si arriverà ad un accordo anche con gli hedge fund. E in questi giorni il Ministro delle finanze argentino Axel Kicillof si trova a New York proprio per portare avanti le trattative insieme al nominato David Pollack, lo special master che seguirà la stipula degli accordi. Per l’Argentina si tratta ad ogni modo di una corsa diplomatica contro il tempo per evitare un nuovo default.