Aprire un conto corrente in una nazione diversa dalla propria può risultare una operazione difficile da attuare anche se si parla di un paese appartenente all'Unione Europea. Ecco perché.
A partire da alcuni mesi in Europa è stata attivata la zona SEPA, la zona dei pagamenti unici nei paesi aderenti all’Unione Europea, ma si tratta di un processo ancora in divenire e, allo stato dei fatti, non è ancora così semplice compiere all’estero tutte le operazioni bancarie e finanziarie che si compiono nel proprio paese. Aprire un conto corrente in una nazione diversa dalla propria, infatti, può ad esempio risultare una necessità difficile da attuare.
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Eppure in molti paesi dell’Unione i clienti potrebbero godere anche di condizioni economiche particolarmente vantaggiose. I tassi di interesse a cui sono soggetti i conti correnti, ad esempio, variano molto da nazione a nazione. Se si apre un conto corrente in Polonia o in Germania, i tassi di interesse viaggiano all’incirca sull’1 per cento, mentre se la stessa operazione si compie in Olanda si può beneficiare di un tasso di interesse superiore al 2 per cento. E questo per rimanere all’interno della moneta unica.
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Se invece la stessa operazione si compie in Bulgaria – che appartiene all’Unione Europea ma non all’Eurozona – si avranno tassi di interesse fino al 4 per cento.
Per aprire un conto corrente in un paese diverso dal proprio, pur appartenente all’Unione Europea, è in genere necessario soddisfare però alcuni requisiti, tra cui:
- avere un domicilio nel paese ospitante
- recarsi di persona presso la filiale presso cui si vuole aprire il conto corrente
- conoscere la lingua del paese ospitante, perché gli istituti di credito non sono tenuti a comunicare le condizioni economiche in altre lingue dell’UE.