Alcuni giorni fa l'Argentina aveva fatto pubblicare una serie di inserzioni su giornali come il New York Times e il Wall Street Journal in cui si diceva che il governo aveva pagato alcuni possessori dei titoli di stato. Ma gli USA smentiscono.
Continua il braccio di ferro, mediatico, giuridico e finanziario tra l’Argentina e gli Stati Uniti, con questi ultimi che fanno sentire nuovamente la loro voce in seguito alle ultime novità sulla vicenda dei tango bond. Il governo argentino, infatti, solo qualche giorno fa ha presentato una denuncia alla Corte Internazionale di giustizia dell’Aia in cui accusa gli USA di aver violato la propria sovranità, impedendo il pagamento di una parte dei titoli di stato emessi, quelli che hanno accettato il concambio sul debito.
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Ma anche questa volta la risposta degli Stati Uniti non si è fatta attendere e il giudice americano Thomas Griesa, l’autore della sentenza del 2012 che ha bloccato i pagamenti prima della soddisfazione delle richieste degli hedge fund creditori, ha avvertito l’Argentina di non diffondere false informazioni sulla stampa nazionale.
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Nei giorni scorsi, infatti, l’Argentina aveva fatto pubblicare alcune inserzioni su giornali come il New York Times e il Wall Street Journal in cui si diceva che il governo aveva pagato alcuni possessori dei suoi titoli di stato. Griesa ha però avvertito i legali che tale pagamento non è affatto corrispondente alla realtà, e sia gli hedge fund che gli altri creditori stanno ancora aspettando soddisfazione.
Agli hedge fund spettano infatti 1,5 miliardi di dollari, mentre le cedole swap erano state liquidate per circa 550 milioni. Dagli USA arriva quindi un avvertimento a continuare sulla strada della mediazione e non della polemica mediatica che potrebbe essere gravido di sanzioni.