Il 2015 si è aperto sotto una luce senza dubbio positiva per i possessori di titoli di stato italiani, almeno per quelli che possiedono titoli a lunga scadenza. Nonostante le previsioni non troppo ottimistiche di fine anno, infatti, nei primi giorni di contrattazione dalla riapertura dei mercati, le parole di Mario Draghi sull’attuazione di un possibile quantitative easing a breve termine hanno dato risultati interessanti sui rendimenti dei BTP a dieci anni.
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I Btp decennali hanno infatti toccato di recente il loro record storico di rendimento, arrivando all’1,73 per cento e lo spread con i Bund tedeschi si è ridotto a 125 punti base. Nel frattempo anche i Bonos spagnoli hanno recuperato terreno arrivando ad avere uno spread con i titoli tedeschi inferiore ai 100 punti. In questo contesto, tuttavia, l’euro ha perso punti sul dollaro, avviandosi verso una ulteriore fase di debolezza, per cui lo scambio avviene oggi a 1,2 nei confronti della valuta americana.
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In questo momento storico, tuttavia, non si può dire che le prospettive per l’economia europea siano del tutto rosee. Sono stati desunti dati più recenti sull’andamento del settore manifatturiero europeo e hanno dimostrato una grande debolezza del sistema, con l’Italia in testa per risultati negativi negli indici PMI. I mercati aspettano quindi nuove iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali, attendendo il promesso quantitative easing da parte della Banca Centrale Europea e crogiolandosi nell’attivismo della FED che sostiene l’economia americana che appare decisamente in ripresa.