Meno consumi, più paghi: come funziona la riforma della bolletta elettrica che giocando con i costi fissi, azzera la capacità di risparmio dei consumatori.
Le bollette come le tasse sono un problema che ossessiona gli italiani soprattutto dopo l’esperienza della crisi che ha insegnato ai nostri connazionali a fare di più con meno risorse a disposizione. Peccato che questa abitudine al risparmio, con la riforma della bolletta elettrica, sia praticamente annientata.
La crisi c’è stata e si è sentita parecchio sul portafoglio degli italiani che sono sempre stati un popolo di risparmiatori ma hanno imparato anche a rinunciare alla qualità e alla disponibilità dei servizi essenziali a tutte le ore. Abbiamo preso un po’ alla larga la questione della riforma della bolletta elettrica che secondo le prime ricostruzioni della stampa, andrebbe a penalizzare chi consuma meno.
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Le famiglie che hanno un consumo inferiore a 7000 chilowattora in un anno avranno dei rincari sulla bolletta che variano da 30 a 120 euro all’anno. Un salasso in piena regola introdotto dalla nuova bolletta elettrica che debutterà l’anno prossimo. Il governo ha deciso di recepire – nel peggiore dei modi – una direttiva europea a riguardo ed ha deciso di giocare sui costi fissi, vale a dire oneri di sistema e servizi di rete. Aumentando queste voci di spesa anche consumare meno non avrà più senso visto che i costi di “gestione” sono comunque elevati e lo sono per tutti.
L’unica soluzione in questo marasma dove regna ancora l’indecisione e lo sdegno, è quello di scovare online l’offerta migliore tra quelle disponibili. Ecco come spiega L’Espresso gli avvantaggiati e i penalizzati da questa riforma della bolletta elettrica:
Le utenze interessate da questa riforma, che riguarda solo quelle domestiche, sono 29,4 milioni.
Incrociando i dati forniti dall’Autorità, si capisce che la maggioranza sono famiglie che usano meno di 2.700 chilowattora all’anno, ed è questa la quota da tenere a mente per capire chi saranno vincitori e vinti. Per chi consuma meno di 2.700 chilowattora all’anno – la maggioranza degli italiani, oggi – la riforma comporterà un incremento dei costi che, si legge nel documento pubblicato dalla stessa Aeegsi, varia da 19 a 71 euro all’anno. Con il picco massimo dei 119 euro raggiunto dai non residenti che consumano 900 chilowattora all’anno (una casa al mare o in campagna, ad esempio). Chi saranno i maggiori beneficiari? Quelli che usano tanta corrente: per chi supera i 6.000 chilowattora all’anno il beneficio può arrivare fino a 582 euro all’anno.