All’Erario 53,5 miliardi di euro di tasse per novembre 2015

di Gianfilippo Verbani Commenta

All'Erario 53,5 miliardi di euro di tasse per novembre 2015. La stima della CGIA di Mestre per tutti i tipi di contribuenti.


Tutti i contribuenti, imprese, lavoratori autonomi e dipendenti, dovranno versare delle tasse a novembre. Tra il 16 e il 30 del mese ci saranno numerosi appuntamenti e in base al comunicato stampa della CGIA di Mestre si stima un gettito di oltre 53 miliardi di euro. 

 

La fotografia è stata scattata dall’Ufficio studi della CGIA che ha stimato lo sforzo fiscale che le imprese, i lavoratori dipendenti e i possessori di altri redditi saranno chiamati a sostenere il mese prossimo.

Le tasse da pagare sulla casa fino al 16 dicembre

In Italia il gettito tributario (imposte, tasse e tributi) supera i 480 miliardi di euro l’anno. Questa imponente massa monetaria affluisce nelle casse dell’erario rispettando precise scadenze fiscali che si concentrano prevalentemente tra novembre/dicembre e i mesi estivi di giugno, luglio e agosto (vedi Graf. 1).

L’imposta più onerosa da onorare il mese prossimo sarà l’Iva: autonomi e imprese verseranno nelle casse dello Stato 12,3 miliardi di euro. Le società di capitali (Spa, Srl, Società cooperative, etc.), inoltre, pagheranno l’acconto Ires che ammonterà a 11,8 miliardi, mentre i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, “daranno” al fisco le ritenute per un importo di 10,4 miliardi di euro. Anche l’acconto Irap sarà di tutto rispetto e costerà alle aziende ben 8,4 miliardi di euro, mentre l’acconto Irpef imporrà ai lavoratori autonomi un esborso di 8 miliardi di euro (vedi Tab. 2).

La CGIA fa notare come anche il peso dei costi indiretti legati al pagamento delle tasse ormai abbia assunto dimensioni molto preoccupanti:

“A causa di un sistema fiscale ancora troppo frammentato – segnala Paolo Zabeo coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA – nel nostro Paese sono necessari ben 34 giorni lavorativi per pagare le tasse. In altre parole, tra le code agli sportelli, il tempo perso per recarsi dal commercialista o per compilare moduli, registri e scartoffie varie, le imprese italiane impiegano 269 ore all’anno per onorare gli impegni con il fisco. Una via crucis che, purtroppo, condividiamo con i portoghesi, mentre in tutti gli altri paesi dell’Eurozona la situazione è meno pesante della nostra”.