I contratti di utilizzo dell'auto condivisa prevedono spesso una franchigia di 500 euro in caso di incidente: in questo caso il cliente paga una quota di 500 euro anche nell'eventualità di un danno maggiore.
Il fenomeno del car sharing è entrato nei costumi e dei consumi degli italiani. Ma questo exploit comporta anche saper rispondere ad alcune importanti domande che riguardano l’assicurazione auto: per esempio, chi paga in caso di multa o incidente con una vettura del car sharing, il servizio che negli ultimi tempi ha raggiunto numeri da capogiro, tanto che nella sola Milano è addirittura raddoppiato in soli dodici mesi?
Condividere l’auto ha sicuramente i suoi vantaggi, perché si risparmia su parcheggi, bollo, revisione e altre spese, dando nel contempo un significativo contributo alla difesa dell’ambiente (più persone condividono la stessa auto, meno vetture circolano per strada). Ma, nel contempo, l’utilizzo del car sharing non esonera il conducente dal prendersi carico delle proprie responsabilità in caso di incidente o infrazione del codice della strada. Vediamo come.
In realtà non ci sono particolari differenze nella gestione di un sinistro in confronto a quanto accade con un’auto di proprietà. Il responsabile, qualora sia alla guida di una vettura del car sharing, deve sempre procedere alla compilazione del CID ma non deve in nessun caso far rimuovere i mezzi coinvolti prima dell’autorizzazione del gestore del servizio, che deve essere prontamente avvisato dell’accaduto anche in caso di incidente lieve. I documenti vanno poi inviati alla società del car sharing entro e non oltre due giorni dal sinistro, perché l’azienda deve provvedere alla denuncia alla propria assicurazione. In caso contrario il conducente può vedersi addebitato l’intero risarcimento.
Occorre inoltre ricordare che i contratti di utilizzo dell’auto condivisa prevedono spesso una franchigia di 500 euro in caso di incidente: in questo caso il cliente paga una quota di 500 euro anche nell’eventualità di un danno maggiore, ma non sono rari i gestori di car sharing che preferiscono valutare le responsabilità caso per caso. Il medesimo discorso vale anche per il nascente servizio di condivisione delle motociclette, regolato in gran parte dalle norme del contratto di assicurazione moto.
Per quanto riguarda invece le infrazioni commesse al volante di un veicolo del car sharing, anche in questo caso si applicano le stesse norme in vigore per tutte le altre vetture. L’unica differenza sta nel fatto che il verbale viene recapitato prima al gestore del servizio e poi, da quest’ultimo, girato all’effettivo trasgressore. La multa per il conducente di un’auto (o di una moto) condivisa è piuttosto salata, perché gli vengono addossate le spese di una doppia notifica.