Il dato è in tendenziale decrescita ma, dal momento che si riferisce a grandi numeri, è di entità non trascurabile.
Su 1000 mutuatari 17 non riescono a pagare le rate, non versandone almeno sei di fila e finendo in ‘default’. Lo dicono i dati più aggiornati della Centrale rischi Crif e riferiti al settembre dello scorso anno.
Di questi tempi, mentre tiene banco il tema dell’esproprio per morosità, arriva un dato che è in tendenziale decrescita ma, dal momento che si riferisce a grandi numeri, è di entità non trascurabile. Infatti se si leggono i dati sulla consistenza dei finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione di durata residua superiore a 5 anni pubblicato dalla Banca d’Italia si ricava che a fine settembre 2014 lo stock di mutui era di 358 miliardi di euro. L’1,7 per mille su questo valore significa che sono andati in default finanziamenti per poco più di 6 miliardi di euro. Con una media di 100mila euro a mutuo fanno 60mila famiglie.
Questo tuttavia non significa che le loro case finiranno tutte all’asta: i lunghissimi tempi necessari per le esecuzioni immobiliari consentono infatti al mutuatario di risolvere la situazione, magari vendendo a terzi l’immobile. Il tasso di default è sceso rispetto ai picchi del 2012, quando toccava addirittura il 2% dei finanziamenti, è questo è dovuto a una serie di ragioni. La prima è che le banche sono diventate molto più prudenti nelle erogazioni, varando criteri di valutazione del rischio molto stringenti, il secondo è che la situazione delle famiglie è migliorata, il terzo è che i tassi sono scesi e le rate sono diventate più sostenibili: chi aveva in corso un mutuo a tasso variabile perché ha potuto approfittare della discesa dell’Euribor (il parametro che determina l’entità della rata); chi aveva un tasso fisso ha potuto ridurre l’esborso mensile surrogando il mutuo. Vi è poi un’altra ragione: negli ultimi anni si sono aperti due paracadute per chi aveva difficoltà a rimborsare il mutuo: il fondo pubblico di solidarietà gestito dalla Consap e quello privatistico nato grazie all’accordo tra Abi e consumatori.