Welfare, le rinunce delle famiglie

di Daniele Pace Commenta


 La crisi ha portato molte famiglie a rinunciare a tante cose, ma anche ad alcuni servizi essenziali, come l’assistenza agli anziani e ai non autosufficienti, oppure in settori chiave come quello sanitario o le spese destinate ai figli. A rinunciare il 36% delle famiglie italiane, di cui la metà di queste hanno dato uno stop alle proprie spese sanitarie, o all’istruzione suppletiva dei figli, oppure hanno rinunciato alla cultura. Queste sono le conclusioni analitiche dell’Osservatorio sul bilancio di welfare delle famiglie italiane oggi in Camera dei Deputati, per una discussione coerente sullo stato delle famiglie italiane, costrette a sacrifici enormi in molti casi. Sono 109 i miliardi che le famiglie spendono sul welfare, ma la spaccatura, tra chi può, e chi non può, è sempre più grande.

La maggior parte delle famiglie in difficoltà non riesce a coprire i costi sanitari, mentre altre hanno dovuto utilizzare i risparmi per curarsi (il 17,5%). Il 31% ha dovuto rinunciare alla prevenzione medica. L’assistenza per i non autosufficienti continua ad essere poi un problema per 1,76 milioni di famiglie.

Il 40% delle famiglie devono tagliare le spese sulla scuola e la baby sitter, ma anche su corsi di perfezionamento per i figli e le stesse gite scolastiche. Il 76% delle famiglie ha problemi per coprire i costi di istruzione del proprio nucleo.