Il 26 ottobre la BCE si è riunita del decidere la politica monetaria, e quindi i tassi di interesse e la fine del QE, che così tanto incidono sui mutui. I QE saranno diminuiti, e questo inciderà sullo stato patrimoniale delle banche. Gli istituti finora hanno usato il QE per consolidare i propri bilanci, ma le conseguenze sui mutui potrebbero cambiare qualcosa sui tassi. Per i tassi fissi si deve osservare l’indice Eurirs, che dovrebbe restare stabile, avendo il loro collegamento con il bund tedesco, da sempre considerato il titolo più sicuro del mondo. L’indice, ora molto basso, non dovrebbe subire variazioni e questo consentirà di sfruttare ancora dei mutui a bassi interessi.
Per i tassi variabili invece, il riferimento è l’Euribor, collegato più direttamente alle decisioni della BCE, perché dipendente dagli interessi che essa paga sui depositi di riserva che le banche private detengono nella banca centrale. Anche qui, la banca centrale ha deciso di mantenere i tassi invariati, e quindi questo dovrebbe consentire di ottenere dei mutui a tasso variabile ancora poco costosi.
Il 2018 dunque dovrebbe essere ancora l’anno per poter chiedere il mutuo, o il rincaro dei tassi è rinviato al 2019, sempre che l’inflazione riesca a portarsi al 2 per cento, come vorrebbe la BCE.