Dopo la bocciatura del garante della privacy, arrivano ripensamenti anche da parte del governo sulla fatturazione elettronica. È obbligatoria da più di due mesi, ma continua a destare problemi. L’ultimo a parlarne è Alberto Bagnai, che presiede la commissione Finanze del Senato. Secondo il leghista, sarebbe “auspicabile” una “riflessione più profonda, che non stravolga l’impianto della manovra, ma eviti di percorrere strade rispetto alle quali non solo le associazioni di categoria ma anche le autorità indipendenti hanno espresso un allarme che sarebbe irresponsabile trascurare”.
Le nuove osservazioni
Bagnai affida la sua riflessione ad una nota, riprendendo anche “il recente intervento del garante della privacy sul tema della fatturazione elettronica solleva problemi che non possono essere ignorati”. I documenti fiscali digitalizzati “richiedono la trasmissione e memorizzazione di una ingente mole di dati non direttamente rilevanti ai fini fiscali, con conseguenze per la tutela della riservatezza, in particolare in merito alle strategie aziendali”.
Anche l’Unione dei giovani dottori commercialisti si esprime: “nel bilancio dello Stato l’adozione della fatturazione elettronica conterà maggiori entrate stimate in circa 2 miliardi di euro”. La riflessione la da il presidente Daniele Virgillito, che si esprime sulla richiesta di rimandare il provvedimento, che potrebbe comportare “ulteriori costi ed adempimenti per i commercialisti”.