Siamo alla compilazione del modello 730, e come tutti gli anni, scatta la richiesta di informazioni sulle detrazioni, che possono farci risparmiare un po’ di soldi. Oggi parliamo delle detrazioni delle spese universitarie. La detrazione in questo caso è del 19% delle spese sostenute. Si possono detrarre le spese dei corsi di laurea, delle specializzazioni e dei master, ma anche altre spese sostenute per studiare all’università, come l’affitto degli studenti fuori sede. Detraibile anche il riscatto della laurea per chi ancora non lavora.
La documentazione
Anche le spese per i test di accesso possono essere detratti, anche se poi non si diventa una matricola iscrivendosi all’università. Poi chiaramente l’iscrizione, la frequenza, gli esami e la tassa regionale, anche se vi trasferite di ateneo, cambiate corso, ricongiungete la carriera, e altri casi. Questo vale per le università, gli Istituti Tecnici Superiori, le Accademie di Belle Arti, i Conservatori e gli Istituti Musicali con diploma equivalente.
Poi c’è il capitolo delle università private e quelle stabilite all’estero e telematiche. In tutti questi casi è stato messo un tetto massimo, che cambia di anno in anno a seconda delle decisioni del ministero, ma anche del tipo di corso e della regione di residenza. Sono escluse le spese del riconoscimento della laurea presa all’estero da riconoscere in Italia.
Per quel che riguarda master, specializzazioni e dottorati di ricerca, sono detraibili solo le spese degli atenei pubblici. Per quelli privati c’è un tetto, pari a quanto si spenderebbe all’università pubblica. Per l’affitto dei fuori sede il tetto massimo è di 2.633 euro l’anno, ma l’università deve essere a più di 100 chilometri dal comune di residenza, e fuori provincia. Naturalmente serve il contratto registrato, la ricevuta dei pagamenti e la copia dei bonifici.