I gravi problemi sanitari che hanno afflitto il nostro Paese hanno portato problematiche di diverso tipo in capo alle famiglie italiane. Infatti, con le scuole chiuse, ma anche con tutte le difficoltà legate ad avere accesso ai centri estivi, c’è la necessità di trovare qualcuno a cui affidare i figli mentre si lavora. E qui entrano in gioco le babysitter, anche se, chiaramente, per tutte le famiglie, l’esborso economico a fine mese di fa sentire eccome.
Bonus babysitter, ecco quali sono le categorie di lavoratori che possono fare richiesta
Ecco spiegato il motivo per cui la legge italiana ha riconosciuto un apposito bonus babysitter, messo a disposizione dei due genitori lavorativi. Si tratta di uno strumento che viene impiegato sostanzialmente al posto del congedo parentale e che è stato oggetto di un buon numero di modifiche.
Proviamo, però, a capire prima di tutti chi sono i soggetti che possono sfruttare il bonus babysitter, inizialmente introdotto da parte del Decreto Cura Italia e poi esteso grazie a ulteriori interventi legislativi. Questo bonus offre la possibilità di usufruire di un voucher per quanto riguarda i servizi di baby-sitting, che si riferisce alle prestazioni che vengono eseguite durante tutti quei periodi in cui la scuola non è aperta.
La retribuzione del lavoratore avviene tramite il libretto famiglia e tale bonus si può sfruttare dal 5 marzo fino al prossimo 31 luglio. Il bonus babysitter spetta a tutti quei genitori che hanno figli che non hanno ancora compiuto 12 anni alla data del 5 marzo 2020, anche qualora si tratta di figli adottivi oppure di un affido preadottivo. In alcuni casi specifici tale limite d’età può essere superato, ovvero in caso di figli con vari handicap, purché comunque risultino regolarmente iscritti ad una scuola oppure in un centro diurno di assistenza.
Il bonus in questione può arrivare a toccare una soglia massima pari a 1200 euro per ciascuna famiglia. Possono presentare richiesta i lavoratori dipendenti che operano nel settore privato, quelli autonomi o parasubordinati che risultano iscritti nella gestione separata dell’Inps, quelli che sono iscritti nelle gestioni speciali autonomi dell’Inps e, infine, anche i liberi professionisti che non sono iscritti all’Inps. In riferimento ai dipendenti pubblici, tale voucher, si può spingere anche fino a 2000 euro nel caso di operatori sanitari, personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.