Redditometro 2021, ecco perché il Governo lo vuole rilanciare

di Daniele Pace Commenta


Se l’intera macchina si era come bloccata nel 2018, adesso il Governo Draghi ha tutta l’intenzione di trasmettere nuovi stimoli e tanta benzina in più al Redditometro, con l’intento di dargli nuovo vigore e rimetterlo in moto. L’obiettivo è quello di permettere al Fisco di focalizzarsi sulle spese per il mutuo, piuttosto che per l’affitto di un’abitazione, ma anche per l’acquisto di medicine, libri e altro materiale per scuola e università e così via.

Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia ha diffuso sul proprio portale istituzionale una consultazione in cui sono comprese le categorie che si riferiscono allo schema di decreto, come è stato ben messo in evidenza da parte del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, con tutti gli elementi da cui si può ricostruire l’intera capacità di contribuzione dei contribuenti dal 2016 in avanti.

L’uso di tale strumento, che va a prendere in considerazione anche delle medie Istat per quanto concerne le spese alimentari e l’abbigliamento, oltre che ben 55 differenti tipi di famiglie “tipo”, avverrebbe solo in presenza di uno scostamento pari al 20%.

Lo scopo di tale decreto è quello di poter contare su un’immagine precisa ed efficace dell’effettiva capacità contributiva, in maniera tale da poter in seguito attivare le verifiche vere e proprie solo nel caso in cui ci sia uno scostamento tra i redditi che sono stati dichiarati da parte dei contribuenti e quelli che sono stati oggetto della ricostruzione.

Tale forma di accertamento aveva subito uno stop nel 2018, nel periodo in cui all’Esecutivo c’era la formazione giallo-verde, con la scelta di provvedere a svolgere l’update dei parametri, ma anche decidendo che l’attuazione sarebbe stata inevitabilmente legata alla consultazione dell’Istat e di tutte le associazioni dei consumatori più importanti e rappresentative. Ebbene, adesso l’Esecutivo guidato da Mario Draghi ha dato il via libera alle consultazioni, che dovranno portare ad una valutazione prima del 15 luglio prossimo.

Interessante anche mettere in evidenza quali sono le voci di spese tenute in considerazione per poter ricostruire il reddito, visto che fanno riferimento ad investimenti, risparmi, consumi e spese ad oggetto trasferimenti economici. All’interno dei consumi, giusto per fare un esempio, ci sono delle stime Istat, prese in considerazione come delle spese minime per collocarsi proprio al confine del livello di povertà assoluta. Si tratta di tutta una serie di spese che devono inevitabilmente tenere conto pure della quantità dei componenti della famiglia, così come del tipo di nucleo familiare e possono riguarda pure l’acquisto di alimenti e bevande, oltre che di abbigliamento e calzature.