Ci sono diversi Paesi che fanno parte dell’Asia Meridionale che stanno rischiando grosso. Nello specifico, la situazione negativa coinvolge Sri Lanka, Pakistan, Nepal e Bangladesh, che stanno avendo a che fare con uno scenario piuttosto complicato per via dell’incremento dei saggi di interesse a stelle e strisce.
La maggior parte dei Paesi che si trovano nei pressi dell’India si stanno trovando ad affrontare situazioni complesse in merito alle loro bilance dei pagamenti. Il Bangladesh, ad esempio, sta faticando e non poco a ottemperare al pagamento delle varie importazioni di carburante. Il motivo deriva più che altro dal fatto che non ci sono più dollari americani.
Discorso simile anche per lo Sri Lanka, che non riesce già più a ottemperare ai suoi obblighi internazionali, mentre in Pakistan lo scenario è ancora più complesso e difficile, dal momento che l’inadempienza sembra davvero dietro l’angolo. La causa principale è sicuramente legata al forte aumento dei prezzi legato alle materie prime, ma non è l’unica da valutare.
Lo shock dei prezzi delle materie prime, in effetti, è solo in parte provocato dalla guerra tra Russia e Ucraina. Il principale fattore che sta trascinando questa situazione in abissi sempre più fangosi è senz’altro legato alle varie politiche vengono attuate in merito ai tassi di cambio. Uno scenario che è legato soprattutto alle scelte monetarie legate alla Federal Reserve, ma anche la politica monetaria che è stata messa in atto dalle nazioni di cui stiamo parlando.
È facile notare come un incremento che va a colpire i tassi di interesse negli Usa porta una sola conseguenza, ovvero quella di diffondere e favorire la svalutazione delle monete dei vari Paesi emergenti e, al contempo, comporta anche una vera e propria fuga di capitali.
I tassi di cambio che caratterizzano la rupia pakistana, così come la rupia dello Sri Lanka, senza dimenticare il taka bengalese, invece, sono stati tenuti per tantissimo tempo fissi in confronto al dollaro. Ebbene, queste tre nazioni si caratterizzano per provvedere all’importazione non solo di carburante, ma pure di cibo e di prodotti fertilizzanti. Provando a opporre resistente in confronto al fenomeno della svalutazione e cercando di mantenere un tasso di cambio piuttosto importante, hanno deciso al contempo di conservare piuttosto bassi i prezzi delle merci oggetto di importazione. Nello stesso tempo, però, c’è da mettere in evidenza come un tasso di cambio forte solo artificialmente, porta le esportazioni ad avere un tasso di competitività decisamente basso, che non si può affatto sostenere con il passare del tempo.