Tassi mutui in calo a marzo, ma le sofferenze non si arrestano

Cominciano ad arrivare dei concreti segnali di cambiamento circa il costo del denaro, come è stato comunicato in via ufficiale anche dall’Abi. Nel corso del rapporto pubblicato pochi giorni fa, infatti, è emerso come a febbraio 2024 il tasso medio che ha ad oggetto le nuove operazioni per completare l’acquisto di case ha subito un ribasso pari al 3,90%. Un calo piuttosto lieve se paragonato invece al tasso del 3,98% del mese di gennaio, mentre a dicembre dello scorso anno ci si aggirava intorno al 4,42%.

Si tratta senza ombra di dubbio di una notizia davvero positiva per tutti coloro che stanno cercando di comprare una nuova abitazione, ovviamente a patto di scegliere un mutuo a tasso variabile. Notato in discesa anche il tasso medio che ha ad oggetto nuove operazioni che prevedono un finanziamento alle aziende e imprese. Questo tasso, infatti, è passato dal 5,48% di gennaio al 5,37% di febbraio.

Nel corso della prima parte del mese di marzo, come è stato messo in evidenza da parte dell’Abi, tutte le tipologie di tassi, inclusi anche quelli che vengono sfruttati come valore di riferimento per i mutui, hanno subito un calo costante, soprattutto rispetto al livello più alto toccato durante il mese di ottobre dello scorso anno.

Giusto per fare un esempio, il tasso Euribor a tre mesi ha fatto registrare un calo pari a sette punti rispetto al picco di ottobre. Il tasso Irs a dieci anni, particolarmente diffuso con i mutui, si è aggirato mediamente intorno al 2,62%, con una riduzione di circa 90 punti in confronto al picco di ottobre. Il tasso che riguarda i Btp, invece, si è aggirato mediamente intorno al 3,68%, con un calo di ben 131 punti in confronto al livello più alto registrato a ottobre 2023.

Se da una parte è vero che il costo del denaro sta calando, d’altro canto è bene sottolineare come la diminuzione della crescita economica chiaramente va a incidere e non poco sulla domanda di prestiti. Nel corso del mese di febbraio 2024, i prestiti che sono stati oggetto di erogazione alle famiglie, ma anche alle imprese, hanno fatto registrare un calo intorno al 2,7% in confronto allo stesso mese del 2023. Aumentano, nel corso di gennaio 2024, le sofferenze nette, che hanno raggiunto ormai la soglia pari a 17,5 miliardi di euro. Dando uno sguardo comparato al picco delle sofferenze nette toccato nel corso del 2015, la diminuzione è molto più marcata, dal momento che si attesta intorno a 71,3 miliardi di euro.