Cosa comporta sui dazi l’incontro tra Trump e Meloni di alcuni giorni fa

Lecito porsi delle domande sull’effetto reale dell’incontro tra Trump e Meloni di alcuni giorni fa, per quanto concerne un tema delicato come quello dei dazi. Meloni tornerà in Europa con credenziali più forti come la cosiddetta “sussurratrice di Trump”, un’etichetta che è stata ulteriormente rafforzata a Roma grazie all’incontro con il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance.

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Chiarimenti sulla questione dazi dopo l’incontro tra Trump e Meloni

Il leader italiano ha voluto elogiare Trump e allinearsi alle opinioni del presidente degli Stati Uniti. Nella sua dichiarazione rilasciata dopo l’incontro, ha criticato “l’ideologia woke” e si è fatta paladina della “guerra contro l’immigrazione illegale”. “Il mio obiettivo è rendere di nuovo grande l’Occidente e penso che possiamo farcela insieme”, ha aggiunto.

Ha anche colto l’occasione per elogiare il lavoro del suo governo. “Sono orgogliosa di essere qui come primo ministro di un’Italia che oggi gode di un’ottima situazione: un Paese stabile, un Paese affidabile”, ha detto Meloni. Ha fatto notare che il suo governo ha ridotto l’inflazione e migliorato l’occupazione, prima di fare un gesto verso Trump e aggiungere con un ampio sorriso: “Mi scusi se promuovo il mio Paese, ma lei è un uomo d’affari e mi capisce”. Trump le ha sorriso a sua volta.

Il presidente degli Stati Uniti ha elogiato Meloni per la sua posizione dura sull’immigrazione e ha affermato di desiderare che più persone siano come lei. Meloni ha affermato che il cambiamento sta avvenendo, grazie all’esempio dato dall’Italia, riferendosi all’annuncio di ieri dell’UE sui paesi sicuri .

Solo occasionalmente ha mostrato un pizzico di irritazione quando le è stato chiesto della bassa spesa per la difesa dell’Italia. Meloni ha affermato che si aspetta che l’Italia annunci, alla prossima riunione della NATO di giugno, che il suo Paese sarà in grado di soddisfare la richiesta dell’alleanza secondo cui ogni Paese membro deve spendere il 2% del PIL per la difesa.

La spesa per la difesa è stata un punto cruciale per Trump, con il leader statunitense che ha ripetutamente chiesto agli alleati della NATO di aumentare la spesa. L’Italia è uno degli otto Paesi che attualmente non raggiungono la soglia del 2%, spendendo l’1,49% per la difesa.

Il leader dell’opposizione italiana Carlo Calenda ha affermato che la visita ha prodotto “due risultati molto positivi”: Meloni “è rimasta sulla buona strada per l’Ucraina ed è riuscita a convincere Trump a incontrare esponenti dell’UE in Italia”. Calenda ha affermato che Meloni ha “acquisito credibilità come ponte tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea”, ma ha criticato il suo elogio della “battaglia di Trump contro la cultura woke”. Insomma, per ora ancora nessun effetto sui dazi e sui costi per gli utenti.