Citando possibili intese nel comparto delle carte di pagamento, l’AGCM, Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, ha reso noto d’aver avviato un’istruttoria sulle modalità con cui vengono fissate le commissioni interbancarie, con il conseguente trasferimento di costi elevati sia a carico degli esercenti, sia a carico dei consumatori. Nel mirino dell’Antitrust, a seguito di una riunione tenutasi lo scorso 15 luglio, ed in scia alla notifica del provvedimento ai destinatari oggetto dell’istruttoria, sono finite ben otto tra banche e società finanziarie, nonché il colosso delle carte di credito Mastercard. Nel dettaglio, le otto tra banche e società finanziarie oggetto dell’istruttoria avviata dall’Autorità sono le seguenti: Banca Sella Holding, Barclays Bank, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro, Unicredit, Deutsche Bank, l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (ICBPI) ed Intesa Sanpaolo.
L’AGCM, in particolare, sarà chiamata nel corso dell’istruttoria a verificare se le modalità di fissazione di una commissione interbancaria (interchange fee) elevata abbia innescato effetti restrittivi della concorrenza, specie in virtù del fatto che nel nostro Paese il colosso Mastercard sulle carte di pagamento detiene una quota di mercato che viene valutata attorno al 35-45% con tendenza in ulteriore aumento. In pratica, tale commissione viene a pesare sulle commissioni complessive a carico degli esercenti, con la conseguenza di un innalzamento dei costi complessivi di sistema e, secondo l’AGCM, di una limitazione del gioco competitivo.
Allo stesso modo, in Svizzera, la Comco, Commissione per la concorrenza, ha annunciato d’aver aperto anche in questo caso un’inchiesta, la seconda, nel comparto delle carte di credito al fine di esaminare le “Interchange Fees” che, in via multilaterale, vengono fissate sui pagamenti in Svizzera nell’ambito sia del circuito Mastercard, sia di quello Visa. In tal caso, la Commissione per la concorrenza punta a verificare se, dopo la prima inchiesta in merito, avvenuta nel 2005, sia stato in effetti rispettato l’impegno a ridurre le “Interchange Fees” e se, quindi, le azioni intraprese abbiano sortito gli effetti sperati.
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