Avevamo sentito parlare di conti correnti dormienti, il cui elenco fu pubblicato sul sito internet del ministero dell’Economia. Si trattava di conti non movimentati per almeno dieci anni e caduti “in sonno”: ben 35.426 rapporti (sia nominativi sia al portatore), per un avlore di più di 47 milioni. L’elenco può essere visionato sul sito del Ministero, consultabile inserendo nella stringa di ricerca il cognome e il nome dell’intestatario del rapporto dormiente o il nome della banca e selezionando anche la provincia o il Paese estero di riferimento.
Non solo conti, in Italia sono milioni le carte di credito dormienti, cioè quelle emesse dalla banche e poi non attivate dagli utenti. Lo rileva una ricerca di Cpp Italia, filiale italiana della multinazionale inglese specializzata nella protezione delle carte di pagamento. Ben 21,5 milioni di tessere inattive.
Tolti alcuni costi di personale – hanno affermato i rilevatori- abbiamo ipotizzato che nel primo anno dell’emissione una carta puo’ costare a un istituto di credito mediamente intorno ai 10 euro, includendo la produzione della plastica, la grafica del lay out per il circuito internazionale, il settaggio e l’embossing, i materiali promozionali di supporto, il progetto di avviamento del circuito internazionale, il data entry, la polizza di assicurazione, l’implementazione sul sito internet, la stampa dei contratti e i costi di collocamento.
Si tratta di un ulteriore sintomo di sfiducia dei cittadini verso le banche – ammettono Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti rispettivamente di Adusbef e Federconsumatori -. Se ogni anno vengono sfornate 1,8 milioni di carte destinate a rimanere sepolte nei portafogli degli italiani, deriva dalla scarsa fiducia degli italiani verso banche e società emittenti ed anche dalle elevatissime commissioni, che scaricandosi sui prezzi vengono pagate dai consumatori. La ricerca analizza i costi sostenuti dal sistema bancario per carte che non danno ritorni, ma vengono omessi i costi di gestione delle carte per gli utenti ed i rinnovi, che arrivano a superare anche i 30 euro l’anno.
Più fiduciosi gli inglesi con ben 2,7 carte di pagamento per abitante, Lussemburgo (1,99) e Olanda (1,91). L’Italia è al diciassettesimo posto, con 1,25 carte a persona.