Le imprese chiedono meno finanziamenti perchè non hanno la certezza di poter restituire il debito e le banche d’altro canto sono sempre più prudenti nell’erogare prestiti. Il rapporto della Banca d’Italia sulle economie regionali illustra la situazione dle credito italiano in questi tempi di crisi.
Le richieste di finanziamento da parte delle imprese sono cresciute pochissimo (poco al di sopra dello zero) nel quarto trimestre del 2008 e la situazione non é migliorata nei primi tre mesi del 2009. L’indagine ha inoltre rilevato che le richieste di finanziamento sono cresciute più nel Mezzogiorno che al Centro-Nord.
Gli immigrati sono i più penalizzati. Gli imprenditori stranieri vedono sempre più spesso applicare ai lorto prestiti tassi più alti. Secondo le rilevazioni di Banca d’Italia il differenziale tra i tassi praticati agli imprenditori immigrati e a quelli italiani è superiore per le ditte che sono al Centro-Nord.
Ma non solo: il costo del denaro varia anche in base al continente di provenienza: gli immigrati provenienti dall’Asia e dall’Europa dell’Est pagano più di tutti. Le costruzioni sono il comparto in cui il grado di restrizione è risultato circa doppio rispetto agli altri. Le banche sono più prudenti con le imprese dell’industria e delle costruzioni.
Tutti i tipi di banche – si legge infine nl Rapporto – praticano tassi di interesse piu’ elevati alle ditte individuali straniere, sebbene le banche di credito cooperativo operino delle maggiorazioni relativamente piu’ contenute; tali banche potrebbero risultare avvantaggiate nell’interagire con imprese la cui valutazione del rischio e’ largamente basata su informazione non codificabile e sarebbero quindi in grado di selezionare meglio la clientela.
In Italia le imprese gestite da extracomunitari sono una realtà da prendere in seria considerazione. Erano 100.000 nel 2000, 200.000 nel 2005. Alla fine del 2007 ne erano censite 245.000. Inoltre secondo una recente indagine dell’Abi, ben il 4,4% dei clienti correntisti delle banche è di origine straniera.