Il mito dell’italiano caliente amante latino vacilla, ma tant’è: ci rifaremo da qualche altra parte. Il mito dell’italiano formichina risparmiatrice va dissolvendosi, ed è una notizia ancora peggiore: se infatti da una parte i mercati finanziari sembrano aver superato, tra morti e feriti, le conseguenze della crisi economica, non sarà così semplice per i risparmiatori, divenuti anche in Italia sempre più propensi a fare debito, a vivere al di sopra delle proprie possibilità ed a rischiare così di finir soffocati nella impossibilità di pagare i debiti contratti con finanziarie (o banche) anche nonostante la discesa dei tassi (oggi ai minimi storici, 0,73% l’Euribor a tre mesi). Di chi è la colpa?
Del sistema, dirà qualcuno, e certo non mancherà di molto il bersaglio: campagne di marketing molto aggressive ed informatori (e note informative) poco esaustivi certo non hanno migliorato le cose, facendo credere a molti risparmiatori che la “plastificazione”, ovvero il passaggio su carta magnetica, del denaro fosse sempre scevra di costi. Ma non avremo detto tutta la verità finché non avremo riconosciuto che anche il risparmiatore, mutando il proprio stile di vita, ha stravolto il quadro. Solo in Italia, la voglia di debiti ha fatto crescere l’esposizione delle famiglie dal 31 al 58% in meno di 10 anni…
Così la percentuale di famiglie che si trovano a fare i conti con l’impossibilità di pagare i debiti contratti con finanziarie è salita, specie negli ultimi mesi, toccando quota 2,7%. Checché ne voglia dire l’ABI (Associazione Banche Italiane) un dato preoccupante, sebbene ancora “tra i più bassi rispetto al resto d’Europa”. Suona stravagante che si tiri in mezzo il continente solo quando fa comodo, perciò vi invitiamo a riflettere su un dato: l’economia britannica, da sempre “pompata” dal debito (161% di quanto guadagnato) contratto dalle famiglie per vivere al di sopra delle proprie possibilità, è letteralmente crollata nell’ultimo anno e mezzo. Se non vogliamo fare la stessa fine, smettiamo di acquistare, indebitandoci, non solo le case. Ma anche 43 auto su 100, 20 elettrodomestici, il 15% di computer e il 12% dei mobili.
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