La crisi economica che ha tolto il lavoro a mezzo milione di italiani ha poi levato la casa ad alcune migliaia di famiglie. Se ne sono accorti Adusbef e Federconsumatori, andando a spulciare i dati sui pignoramenti nelle Sezioni Fallimentari di molte città italiane. Si è così scopeto che il numero delle abitazioni pignorate è cresciuto in media del 15,2% su scala nazionale (il riferimento è su base annua), andando ad irrobustire significativamente una tendenza negativa che già si stava palesando negli anni scorsi. Non basta, a questo punto, nemmeno il crollo dell’Euribor (ai minimi storici, 0,71%), e potrebbe non bastare nemmeno quella moratoria sui mutui slittata a febbraio.
Elio Lannutti, presidente Adusbef, lancia l’allarme: “Sempre più famiglie italiane non riescono ad onorare i mutui a causa della crisi; l’impegno sta diventando sempre più gravoso, tanto da erodere il 33% del reddito, e questo si traduce in un rischio-insolvenza per 350mila famiglie”. Peggio per loro? No: peggio per tutti, perché è così che si blocca il mercato, è così che le banche si trovano ricche di case ma senza che nessuno abbia i soldi per acquistarle, è così che si è generata la crisi.
Bankitalia è più ottimista, seppur fermamente convinta nel segnalare un quadro di generale sofferenza: a proposito di sofferenza, è 1,5% il dato dei mutui in questa condizione nel terzo trimestre del 2009 (solo un anno prima si era fermi allo 0,9%), per un totale di 50mila famiglie in difficoltà. Ancor più imbarazzante il calcolo fatto da BNL in collaborazione con il centro di ricerca Luigi Einaudi, secondo il quale sarebbero il 18% le famiglie con il mutuo che quest’anno hanno faticato a pagare le rate, oppure la stima della Caritas, secondo cui il 25% delle famiglie che accenderanno un mutuo nel 2010 rischia di scivolare sotto la soglia di povertà.
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