La prima casa è un bene essenziale, e oramai, con la crisi, la spinta delle agevolazioni fiscali sta portando a buoni risultati, insieme ai tassi molto bassi. Le agevolazioni fiscali hanno naturalmente delle regole da seguire, per poterne usufruire, altrimenti se ne perde il diritto. Quindi la nuova casa deve essere a uso abitativo principale, ovvero entro 18 mesi dall’acquisto deve essere la vostra residenza ufficiale per lo stato. In caso contrario, entro tre anni potrete ricevere la contestazione di violazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
A questa cronologia si è giunti con la sentenza della Corte di Cassazione, che ha emesso l’ordinanza numero 28860 del 1° dicembre 2017. L’intervento della Corte è stato necessario perché la legge non aveva stabilito un criterio preciso in questo senso. Così l’ordinanza ha stabilito che vi debbano essere 18 mesi dal rogito prima di avviare la contestazione. Precedentemente, la data di riferimento era di 18 mesi dalla registrazione dell’atto di acquisto all’Agenzia delle Entrate.
Con questa sentenza si sono chiariti molti malintesi, sulle agevolazioni, che possono portare a notevoli risparmi, come quelli sull’Iva, che può essere pagata al 4% e non più al 10%, o sull’imposta di registro, da pagare al 2% invece del 9%. Poi c’è l’esenzione totale per Imu e Tasi, e le agevolazioni sull’Irpef, dove la detrazione arriva al 19% degli interessi passivi con il tetto a 4mila euro. L’acquisto deve essere con mutuo ipotecario. Ma la prima casa non deve essere di lusso.