Anche la Provincia di Pesaro e Urbino scende in campo a sostegno della popolazione residente, ed in particolare delle famiglie in difficoltà, annunciando la stipula di due protocolli d’intesa con Enti, Società e Sindacati, che permetteranno di aiutare i nuclei familiari con agevolazioni sia nell’accesso al credito attraverso la concessione di micro-prestiti, sia con sconti sulle bollette relative al servizio idrico ed alla tassa rifiuti. Le domande potranno essere inoltrate dai lavoratori e dalle famiglie, che rispettano i requisiti richiesti, a partire dal prossimo 15 giugno 2009. Lo sconto sulle bollette, grazie ad un fondo pari a ben 240 mila euro, è destinato ai lavoratori che, dallo scorso 1 gennaio 2009, sono stati sospesi dal lavoro o sono in cassa integrazione; nel beneficio rientrano anche i lavoratori precari, ovverosia i lavoratori con un contratto co.co.pro. e co.co.co. che non è stato rinnovato.
A disposizione per tali soggetti ci sono sconti sulle bollette fino a 300 euro se l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non supera il livello degli ottomila euro, mentre è di massimi 200 euro per gli ISEE compresi tra ottomila e diecimila euro. Per quanto riguarda invece l’accesso ai piccoli prestiti, ovverosia al microcredito, i beneficiari devono avere un ISEE inferiore ai 13 mila euro; la Provincia di Pesaro ed Urbino prevede con l’iniziativa dei piccoli prestiti, i cui interessi sono a carico della Provincia, di poter permettere di contrarre un prestito fino a tremila euro per far fronte alle difficoltà contingenti.
I requisiti di accesso al microcredito, a livello occupazionale, sono gli stessi di quelli per ottenere lo sconto sulle bollette dei rifiuti e dell’acqua; per quanto riguarda invece i requisiti di cittadinanza, al microcredito possono accedere tutti coloro che, per un periodo di almeno due anni, hanno maturato la residenza o il domicilio nel territorio della Provincia di Pesaro ed Urbino; il microcredito, rispettati i requisiti citati, è aperto anche ai cittadini che non sono italiani a patto che però il loro permesso di soggiorno abbia una durata residua non inferiore ai dodici mesi.