L'attenzione sui Bitcoin in seguito ad una ondata di episodi a catena relativi a problemi di sicurezza informatica, resta sicuramente elevata. Ecco il caso Flexcoin.
Non si è ancora conclusa, in Giappone, la vicenda che ha interessato una delle principali piattaforme internazionali online per lo scambio dei Bitcoin, la moneta virtuale che, come abbiamo più volte ricordato, è stata la prima ad essere introdotta ed è oggi la più quotata al mondo tra quelle della sua categoria.
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Eppure dall’altro capo del mondo rispetto a Tokyo e ai Bitcoin arrivano già altre notizie non troppo rassicuranti. Un’altra piattaforma online per la gestione degli scambi della moneta, Flexcoin, con sede in Canada, ha infatti dichiarato di essere stata vittima di una attacco informatico e di essere stata costretta alla chiusura.
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Le perdite specifiche, nel caso di questa piattaforma, ammontano a circa 600 Bitcoin, che al cambio attuale hanno un valore di 600 mila dollari. Si tratta, per Flexcoin, di cifre nettamente inferiori a quelle di Mt. Gox, la piattaforma giapponese, che ha dichiarato di aver perduto o meglio ha visto volatilizzarsi nel mese di Febbbraio ben 700 mila Bitcoin.
L’attenzione sui Bitcoin, tuttavia, in seguito ad una ondata di episodi a catena relativi a problemi di sicurezza informatica, resta sicuramente elevata. Flexoin ha fatto anche sapere che nel corso dell’ultimo attacco sono rimasti immuni i depositi che non si trovavano in una posizione online, ma offline, come quelli depositati nella modalità del cold storage.
Questo ulteriore episodio ai danni di Bitcoin ha però contribuito ad intaccare la buona reputazione e in parte anche il valore della criptovaluta più famosa del mondo.