Il governo degli Stati Uniti ha obbligato l'Argentina a pagare circa 1,3 miliardi di dollari per gli hedge fund che ai tempi del default non aderirono al concambio sul debito. In corso le trattative.
Nel corso della settimana passata la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato una sentenza che riguarda la disputa sorta tra il governo argentino e gli hedge fund americani, che in occasione delle ristrutturazioni del paese conseguenti al default non aderirono al concambio sul debito. Il governo degli Stati Uniti ha infatti obbligato l’Argentina a pagare circa 1,3 miliardi di dollari per questa questione.
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Gli argentini, però, in un primo momento si sono opposti a tale decisione, ma ad oggi la loro situazione appare ancora in bilico. Non accettando la decisione della Corte Suprema, così come era stato in un primo momento annunciato, il governo argentino rischia un nuovo default con scadenza 30 giugno 2014, data in cui deve versare il pagamento sui bond frutto delle ristrutturazioni avutesi nel corso del 2005 e del 2010.
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Ma prima di questa data è necessario trovare anche un’intesa con i creditori degli hedge fund, oppure pagare 1,3 miliardi di dollari, che l’Argentina non sembra disposta a pagare, dal momento che l’operazione si presenta troppo costosa. Dopo una prima linea molto rigida, tuttavia, assunta anche dallo stesso presidente argentino Cristina Fernandez in un discorso pronunciato in tv, la linea del governo sembra essersi leggermente ammorbidita e passata a più miti consigli.
Il governo ha infatti anche annunciato che non verrà attuato lo swap tra i titoli a debito regolati dalla legge americana e altri titoli che ricadono sotto la legislazione argentina come era stato precedentemente annunciato.