Se il mercato assicurativo e quello bancario fossero specchi d’acqua, qualcuno li paragonerebbe a torbidi stagni: la vita brulica anche lì, ed in effetti non mancano le proposte di nuovi prodotti e soluzioni di risparmio o previdenza, ma è davvero difficile farsi un’idea di tutto quello che c’è sotto perché le acque sono ferme, limacciose, niente a che vedere con la trasparenza cristallina dei torrenti di montagna. Ma se nel caso degli stagni questa è una caratteristica necessaria, negli altri due mondi che abbiamo deciso di prendere come termini di paragone le cose non vanno proprio nella stessa maniera. Anzi… è qui che si inserisce il monito di cui andiamo a rendervi conto.
È necessaria maggiore chiarezza nei bilanci di banche, assicurazioni e società quotate, perché ci sono ancora carenze nelle aree informative che risultano più sensibili all’impatto della crisi. Firmato, ancora una volta, Banca d’Italia, istituzione che sotto l’egida di Mario Draghi ci ha abituati a questo genere di tirate d’orecchi, ma questa volta con una novità, anzi due: le sottoscrizioni in calce apposte dalla Consob e dall’Isvap. Le tre entità hanno pubblicato un documento congiunto con il quale “ribadiscono la necessità che i componenti, gli organi di amministrazione e di controllo di società quotate, imprese di assicurazione, banche e società finanziarie nonché i dirigenti preposti, si adoperino affinché le relazioni finanziarie risultino idonee a rappresentare in maniera chiara, completa e tempestiva i rischi e le incertezze cui le società sono esposte, il patrimonio di cui dispongono per fronteggiarli, la loro effettiva capacità di generare reddito”.
Il tutto perché, vecchio vizio bancario e assicurativo duro a morire, benché ci siano stati alcuni miglioramenti “sussistono ancora talune carenze nelle aree informative che risultano più sensibili all’impatto della crisi. Pur in presenza di segnali di miglioramento della situazione economica, le previsioni sono ancora caratterizzate da notevole incertezza. Ciò potrebbe influire sui fondamentali delle società e, di conseguenza, sulle principali voci di bilancio”. Insomma: si parli chiaro del fatto che la crisi ha acuito l’incidenza dei fattori di rischio. Altrimenti le conseguenze potrebbero essere, una volta esplose, anche peggiori.