Per le banche commerciali le crisi finanziarie sono meno probabili. Ad affermarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in accordo con l’edizione speciale dei “Temi di Economia e Finanza” da cui è infatti emerso come quegli Istituti di credito che hanno una prevalente operatività nel supporto diretto all’economia, sono meno esposti agli “shock” proprio per effetto della maggiore redditività dalla raccolta del risparmio unitamente ad un contestuale, un maggiore ed un più articolato sistema di regole di vigilanza. Dallo studio, andando a considerare la crisi finanziaria registratasi nel 2008, si evince come in quei Paesi dove c’è una maggiore redditività conseguibile dalle attività di intermediazione creditizia, gli Istituti sono rimasti maggiormente concentrati sul modello di banca commerciale piuttosto che in quelle attività più rischiose e non tradizionali qual sono ad esempio quelle legate al trading.
Quanto sopra descritto è quello che è sostanzialmente avvenuto negli ultimi tre anni in Italia, con le banche del nostro Paese che, rispetto a quelle estere, hanno mostrato una palese resistenza alle difficoltà legate alla crisi finanziaria ed economica. Non a caso, non ci sono stati salvataggi da parte dello Stato così come avvenuto invece in Europa, e non ci sono stati neanche clamorosi fallimenti come quello, in America, della Lehman Brothers.
E se le banche italiane sono solide, allo stesso modo le famiglie, sempre in accordo con un ultimissimo rapporto dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), resistono alla crisi e si dimostrano nel complesso solide. D’altronde gli italiani sono storicamente, e lo rimangono, un popolo di risparmiatori; ed ora che il peggio è passato c’è anche una ritrovata fiducia sulle aspettative di reddito e su spese importanti come quelle legate all’acquisto di un immobile. Da questo punto di vista, nel 2011, ci si attende una prosecuzione della ripresa del mercato immobiliare e di quello dei mutui.
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