In base agli ultimissimi dati forniti dall’Ossif, il Centro di ricerca dell’Associazione Bancaria (ABI) sulla sicurezza, in banca la tendenza relativa ai “colpi” messi a segno in filiale, ovverosia per intenderci le rapine, si conferma sempre in calo. In particolare nel 2010, anno su anno, c’è stato un calo delle rapine pari a ben il 18%; questo calo ha quindi fatto scendere l’indice di rischio ma anche il bottino complessivo. In accordo con una nota dell’Associazione Bancaria Italiana, lo scorso anno ci sono state complessivamente 1.423 rapine allo sportello rispetto alle 1.744 dell’anno precedente; il tutto a fronte di un bottino complessivo che è sceso da 36,8 milioni ai 33,7 milioni di euro, un dato che risulta essere il più basso da ben 20 anni a questa parte.
Questo risultato, secondo quanto messo in risalto da Giovanni Pirovano, il vicepresidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), è il frutto della collaborazione tra gli istituti di credito, le istituzioni e le forze dell’ordine. Così come importante è la formazione ai lavoratori dipendenti da parte delle banche in materia di sicurezza unitamente agli investimenti effettuati per rendere le filiali bancarie sempre più sicure.
Ogni anno, fa presente proprio l’Associazione Bancaria, gli Istituti di credito italiani investono complessivamente nella sicurezza oltre 750 milioni di euro; il tutto con l’obiettivo di rendere gli sportelli sia più sicuri, sia più sorvegliati. Il calo del bottino è anche frutto di una diminuzione della circolazione del denaro contante. Le transazioni con il denaro di plastica, unitamente alle transazioni a mezzo bonifico online, piuttosto che in contanti, contribuiscono chiaramente a tutto ciò. Inoltre, ai fini delle condivisione di buone prassi, ma anche dei dati sui furti e sulle rapine, nel nostro Paese è operativo l’Osservatorio intersettoriale Ossif sulla criminalità al quale, secondo quanto riferisce l’Abi, partecipano, tra gli altri, Assovalori, le Poste, la Federdistribuzione, la Confcommercio ed il Ministero dell’Interno.