BCE: aiuti alle banche, a marzo la decisione

di Gianfilippo Verbani Commenta


 La crisi economica non è ancora alle spalle, come dimostrano i nuovi “casi” europei di Grecia e – seppur in misura minore – Spagna Portogallo. Eppure gli indicatori macroeconomici dicono che il peggio è alle spalle, tanto che la Banca Centrale Europea ha avvertito le banche dell’intenzione di intraprendere una exit strategy rispetto alle misure di sostegno messe in opera nel corso dei mesi passati. In realtà la BCE si è avvalsa del “burocratese” per esprimere questo concetto attraverso la dichiarazione del suo opposto: “continueremo a sostenere le banche – si legge nella nota – ma tenendo comunque conto del miglioramento della situazione in atto nei mercati finanziari ed evitando distorsioni connesse al mantenimento di misure non convenzionali per un periodo di tempo eccessivo”.

È questo quanto si legge nel bollettino di febbraio della BCE. Il che significa che marzo potrebbe essere un mese cruciale per porre in essere le decisioni atte a consentire il rientro in un breve lasso di tempo delle misure straordinarie di liquidità che non risultino più necessarie. “Al fine di contrastare con efficacia qualsiasi rischio per la stabilità dei prezzi nel medio-lungo periodo, la liquidità erogata sarà riassorbita quando necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire con molta attenzione tutti gli andamenti del prossimo periodo”.

La crescita dei prestiti bancari resterà comunque debole nei prossimi mesi. Questo perché, secondo la BCE, continuerà a pesare lo sfasamento temporale tra la ripresa economica ed un ritorno alla domanda di finanziamenti. Inoltre la crescita zero dei prestiti al settore privato rispecchia “il persistente incremento della crescita dei prestiti alle famiglie, mentre per le società non finanziarie la contrazione si è ulteriormente accentuata”. Finita l’erogazione di strumenti straordinari, per le banche la sfida diventa quella di adeguare le dimensioni e la struttura dei bilanci assicurando nel contempo la disponibilità di credito al settore non finanziario, in particolare alle imprese.